di Davide Capano –
Torna la musichetta di Tony Britten, la colonna sonora dell’Europa che conta. Finalmente. Non c’è solo Roma-Porto, però. A Old Trafford va in scena Manchester United-Paris Saint Germain, altro affascinante ottavo di Champions. Arbitra Daniele Orsato.
Il Teatro dei Sogni ospita il Derby dei ricavi. Sì, perché inglesi e francesi, messi insieme, ricavano qualcosa come 1 miliardo, 207 milioni di euro e rotti. Non polaretti. Nella classifica “Deloitte Football Money League 2019”, pubblicata a gennaio, si attestano rispettivamente al terzo e al sesto posto, davanti al Liverpool settimo e finalista a Kiev lo scorso anno.
Eppure in campo non vanno i soldi. Discorso noto ai parigini che, pur spandendo e spendendo con la proprietà qatariota, non riescono a superare lo scoglio dei quarti della massima competizione europea da più di vent’anni.
I Red Devils, ritemprati dalla cura Ole Gunnar Solskjær (uno che di coppe se ne intende), puntano a essere la mina vagante del torneo. Specie adesso che Pogba è stato rimesso al centro del villaggio mancuniano.
Non ci saranno gli infortunati Cavani e Neymar, ma non può essere una scusante per una squadra che davanti ha gente del calibro di Draxler, Di Maria e Mbappé. A United e PSG si chiedono gol, spettacolo e sfrontatezza elettrizzante. Perché la Champions è un po’ la Disney del calcio. Anche nella notte in cui debutta il Var nella Coppa dalle Grandi Orecchie! Glory glory Man Utd o Allez Paris Saint Germain?