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Per il secondo anno di fila lo Scudetto della Città del Vaticano se l’è aggiudicato la squadra dell’Ospedale Pediatrico Bambin Gesù (O.P.B.G.). 34 punti, dieci vittorie, quattro pareggi, 44 gol fatti, 11 subìti e titolo raggiunto con una giornata d’anticipo.

di Davide Capano – Per il secondo anno di fila lo Scudetto della Città del Vaticano se l’è aggiudicato la squadra dell’Ospedale Pediatrico Bambin Gesù (O.P.B.G.). 34 punti, dieci vittorie, quattro pareggi, 44 gol fatti, 11 subìti e...

Valentina Alduini

di Davide Capano -

Per il secondo anno di fila lo Scudetto della Città del Vaticano se l’è aggiudicato la squadra dell’Ospedale Pediatrico Bambin Gesù (O.P.B.G.). 34 punti, dieci vittorie, quattro pareggi, 44 gol fatti, 11 subìti e titolo raggiunto con una giornata d’anticipo. Il capocannoniere è Marco Giusti con 15 reti.

“Diciamo che può attingere da un bacino enorme, quello dell’ospedale pediatrico appunto – ha dichiarato ad Il Fatto QuotidianoDanilo Zennaro, responsabile della Rappresentativa Vaticana –, visto che giocano impiegati, infermieri, medici”.

Il Campionato Vaticano, gestito dal Governatorato e giunto all’edizione numero 47, conta otto squadre. Oltre i campioni, ci sono l’Archivio Segreto, la Dirseco, la Dirtel (Servizi Telecomunicazione), la Fortitudo, la G.S.P. (le Guardie Svizzere Pontificie), il blasonato team dei Musei Vaticani e la P.U.L. (Pontificia Università Lateranense). Si gioca 9 contro 9, tempi da 30 minuti, sui campi della “Fondazione Cavalieri di Colombo” a Roma, ogni lunedì e martedì sera. È un torneo a costo zero, ma ci sono organigrammi societari in cui compaiono direttori sportivi, medici sociali, presidenti e vice. Ci sono pure le due classiche finestre di mercato (estiva e invernale), ma senza soldi. Basta una stretta di mano e l’autorizzazione della società che vende.

“Tutti i calciatori – ha spiegato Zennaro – devono essere dipendenti del Vaticano, non è possibile ‘acquistare’ stranieri dall’Italia. Né oriundi, né passaporti falsi, per capirci. Le uniche eccezioni, a volte, sono i portieri. Trovarne sedici, tra titolari e riserve, qui in Vaticano è complicato. Non i migliori, ma ‘chi si comporta meglio’, viene chiamato nella Nazionale, che gioca una decina di incontri all’anno a scopo benefico”.

Curiosità? La storia del Campionato Vaticano ha tuttavia radici più lontane. Si ha notizia di una prima partita “che venne giocata nel 1521 con le regole del calcio fiorentino” al cospetto di Papa Leone X. Si è pure a conoscenza che “con le stesse regole nel Settecento si contendevano il primato cittadino sportivo – quasi anticipando il Derby Roma-Lazio – i Belvedere contro i Rospigliosi, due famiglie aristocratiche romane, una giocava nel cortile vaticano, l’altra al Quirinale”.

Papa Francesco, noto tifoso del San Lorenzo de Almagro, chissà quale squadra supporta nel torneo giallo-bianco? Di sicuro al Pontefice interessa soprattutto un aspetto: “la dimensione della festa”, sale del calcio e di tutti gli sport.

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