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Usa, è Derby di genere: lotta tra Nazionale femminile e Federazione per un’equa retribuzione

Le rivendicazioni economiche delle calciatrici USA: è braccio di ferro

Il numero uno del soccer americano, Carlos Cordeiro, ha chiarito la posizione della Federazione - Le calciatrici hanno sempre combattuto per ottenere salari adeguati e non si sono lasciate sfuggire un’occasione come quella della Coppa del Mondo

Redazione Derby Derby Derby

di Antonio Lopopolo -

Il sito ufficiale U.S. Soccer lo scorso 26 luglio ha pubblicato una lunga lettera che illustra nel dettaglio l’impegno finanziario della Federazione del calcio americano per il programma della squadra nazionale femminile, vincitrice dell’ultima Coppa del Mondo in Francia. Il documento focalizza la sua attenzione sul dibattito circa la parità retributiva, poche settimane dopo un tentativo di mediazione tra Federazione e team con l’obiettivo di risolvere il problema della discriminazione di genere tra gli attori del calcio a stelle e strisce.

Il numero uno del soccer americano, Carlos Cordeiro, ha chiarito la posizione della Federazione con una lettera aperta a tutti i membri, elencando le cifre registrate in 10 anni di gestione. Dall’analisi dei dati si evince come le giocatrici della Nazionale femminile abbiano effettivamente guadagnato di più rispetto ai calciatori della Nazionale maschile nell’ultima decade: $ 34,1 milioni di dollari per le donne contro i $ 26,4 milioni per gli uomini. Cordeiro ha anche messo in evidenza le finanze investite dalla Federazione nello sviluppo del soccer femminile, sottolineando gli oltre 18 milioni di dollari spesi a sostegno del campionato nazionale di calcio femminile americano, una lega professionistica nata ormai sette anni fa, e altre risorse economiche investite nei programmi per i giovani. Tra questi numeri vanno inclusi anche gli stipendi che la Federazione a stelle e strisce paga alle calciatrici per la partecipazione al torneo. Retribuzioni che nel 2013 variavano tra $ 40 mila e $ 56 mila prima dell’accordo di contrattazione collettiva firmato nel 2017, dove 22 giocatrici hanno registrato una media tra i $ 65 mila e i $ 68 mila dollari. In sostanza, la U.S. Soccer ha pagato quasi 8 milioni di stipendi in questo periodo, tenendo conto anche del divario tra le due compagini nazionali.

A dir la verità, il dibattito sulla parità retributiva e sull’equo trattamento del team femminile a stelle e strisce ha conquistato il centro della scena prima che Morgan, Rapinoe e compagne vincessero il quarto mondiale della storia degli States, superando in finale l’Olanda al termine di una cavalcata trionfale che ha visto le ragazze guidate dall’ex c.t. Jill Ellis chiudere il torneo da imbattute. Durante il mese “mondiale” il discorso sulla retribuzione era stato momentaneamente accantonato, dal momento che 28 rappresentanti del team americano femminile avevano intentato una causa contro la Federazione a marzo, sostenendo di essere state vittime di anni di “discriminazione istituzionalizzata in base al genere” che hanno danneggiato non solo i loro redditi ma quasi ogni aspetto delle loro relazioni con la Federazione americana.

Il trionfo ai Mondiali in Francia e la conseguente scia di complimenti, feste e celebrazioni di ogni tipo negli Stati Uniti avevano contribuito a una tregua, seppur inquieta, tra squadra e Federazione. Ma il problema non è mai stato accantonato definitivamente. Le calciatrici hanno sempre combattuto per ottenere salari uguali e non si sono lasciate sfuggire un’occasione come quella della Coppa del Mondo - vedasi premiazione con le medaglie al termine della finale - per sbeffeggiare gli organi della Federazione a stelle e strisce, primo tra tutti proprio Cordeiro.

Il presidente della Federazione calcistica americana aveva infatti affermato che la U.S. Soccer, attraverso “una decisione deliberata”, non avrebbe discusso sulla diatriba della parità di retribuzione mentre le ragazze erano impegnate in campo, ma la sua lettera sembrava quasi essere un riconoscimento che gli eventi recenti (tra cui la pressione delle società e di almeno uno sponsor del soccer statunitense, così come gli sforzi del Congresso che potrebbero mettere in pericolo i finanziamenti per organizzare la Coppa del Mondo del 2026 in Nord America), avevano costretto la Federazione a impegnarsi concretamente.

L’incognita restava, dunque, la reazione da parte delle dirette interessate al documento inviato da Cordeiro. I primi riscontri non sono stati postivi. Una portavoce delle calciatrici della squadra femminile etichettava le conclusioni scritte dal capo della Federazione nella lettera come «assolutamente false» e lo accusava di creare uno stratagemma per cambiare in corso d’opera una battaglia, divenuta ormai di pubblico dominio, che la Federazione stava perdendo. La stessa U.S. Soccer, secondo la portavoce, non ha menzionato i bonus relativi alla Coppa del Mondo maschile e femminile che fanno pendere la bilancia dalla parte degli uomini: 41 milioni di dollari per loro contro i 39,7 delle donne. Quindi, sottraendo la retribuzione del campionato nazionale femminile americano (NWSL) e includendo solo la retribuzione del team nazionale, gli uomini hanno guadagnato circa nove milioni in più nell’arco degli ultimi 10 anni.

Dal canto suo Cordeiro ha prima definito le campionesse del Mondo «un’ispirazione per tutti noi e davvero alcune delle più grandi atlete che la nostra nazione abbia mai prodotto» addentrandosi in seguito anche negli argomenti più scottanti, come ad esempio quello dell’equo pagamento. Il Presidente ha detto che era complicato confrontare la retribuzione dei team nazionali, maschile e femminile, a causa delle diverse modalità di compenso. Una netta divisione del montepremi, deciso dalla FIFA per uomini e donne, distorce qualsiasi confronto per quanto riguarda le retribuzioni. La Federazione statunitense ha incassato nove milioni di dollari quando la Nazionale maschile ha raggiunto la fase finale di un Mondiale negli ultimi 16 anni e solo quattro milioni quando le donne hanno vinto il titolo quest’anno. La squadra femminile ha prodotto entrate che sono state, in un periodo lungo 10 anni, la metà di quelle generate dalla nazionale maschile. Un margine enorme se si considerano i 185,7 milioni di dollari per gli uomini (una media di $ 972,147 a partita) rispetto ai 101,3 milioni per le donne (una media di $ 425,446 a partita).

«Tuttavia», continua la sua lettera, «come ogni organizzazione, la U.S. Soccer riconosce che può continuare a migliorare». Cordeiro ha promesso che la Federazione «è impegnata a favore dei nostri tesserati». «Tutti uniti e insieme», ha scritto, «possiamo farlo». Ma la replica da parte delle calciatrici al suo intervento è stata il preludio di ulteriori fratture e discordanze tra i protagonisti coinvolti. «Questo è un triste tentativo da parte della Federazione di sopprimere la travolgente ondata di supporto che la nazionale femminile ha ricevuto dai fan agli sponsor, fino a toccare il Congresso degli Stati Uniti». Questo il messaggio letto da Molly Levinson, portavoce del team femminile americano. «La U.S. Soccer ha ripetutamente ammesso di non pagare le donne allo stesso modo degli uomini, convinta del fatto che le donne non meritino lo stesso trattamento riservato agli uomini».

La portavoce delle calciatrici a stelle e strisce, infine, ha sostenuto che la Federazione inglobava gli stipendi delle atlete del campionato nazionale di calcio femminile americano per gonfiare la retribuzione della Nazionale. «La scheda tecnica pubblicata dalla Federazione non può essere considerata un chiarimento», conclude stizzita la Levinson. «È uno stratagemma».

Se la parità di retribuzione fosse portata all’estremo, la Federazione calcistica statunitense avrebbe un buco di oltre 20 milioni di dollari nel corso dell’anno e decine di milioni se le donne dovessero vincere la causa di equa retribuzione. Loro non hanno detto di volere un simile pagamento, ma al momento non si conosce la cifra che hanno chiesto né tantomeno quanto il tribunale potrebbe assegnare loro. Al momento la U.S. Soccer potrebbe permetterselo, considerato il patrimonio netto di 162.7 milioni di dollari. Ma non va dimenticato che su quei soldi ci sono già tante mani, incluso lo sviluppo del settore giovanile, che aiuterebbe le donne statunitensi a tenere il passo con quelle squadre europee che hanno sconfitto gli Stati Uniti a livello juniores e che per poco non sono riuscite a batterle anche agli ultimi Mondiali in Francia.

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