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L’estate e il derby dei palloni: SuperSantos vs SuperTele

di Simone Balocco –  Estate, la stagione più bella di tutte: caldo, mare, sabbia, relax, giornate che si allungano e felicità. In pratica, si attende l’arrivo dell’estate come la notte di Natale o la campanella...

Simone Balocco

di Simone Balocco - 

"Estate, la stagione più bella di tutte: caldo, mare, sabbia, relax, giornate che si allungano e felicità. In pratica, si attende l'arrivo dell'estate come la notte di Natale o la campanella dell'ultimo giorno di scuola. La maggior parte (o meglio, la quasi totalità) degli italiani in vacanza va in agosto, complice la chiusura massiva di uffici e fabbriche. E la meta preferita è il mare, o in villeggiatura o nei luoghi di nascita propria o dei genitori. E via agli esodi dai bollini multicolor sulle autostrade.

"Mare e di conseguenza spiaggia. Spiaggia che fa rima con bagnasciuga e con i suoi classici “attrezzi”: biglie, “racchettoni”, bocce, frisbee, corse per mantenersi in forma o semplici camminate con le caviglie in acqua e (magari) con il cane al guinzaglio. Ma non manca mai, anche sulle nostre spiagge, lo “strumento” che caratterizza la nostra vita durante l'anno: la palla da calcio. Solo che non si può portare in spiaggia il classico “5” (troppo pesante per giocarci a piedi nudi) e quindi si portano i suoi “sottoprodotti”.

"Ne esistono di tutti i tipi (colorati, con impressi i personaggi dei cartoni animati, delle squadre di calcio etc,), ma in spiaggia sono due i palloni per antonomasia: il SuperSantos e/o il SuperTele.  Non c'è santo che tenga: o il pallone arancione e nero in stile anni Cinquanta o il pallone colorato con gli esagoni neri. O uno o l'altro, il resto è noia. Come nascono queste due icone delle nostra infanzia, non solo in riva al mare? Il SuperSantos è piemontese, essendo frutto della “Mondo” di Alba, azienda specializzata nella produzione di articoli sportivi. Classe 1962, ha segnato un’epoca questa palla.

"E’ ignoto chi sia il suo inventore, ma si pensa che il suo nome possa derivare dal nome della squadra dove allora militava il giocatore più forte di sempre, il Santos di Pelé, vincitrice tra gli anni Cinquanta e Sessanta di undici titoli paulisti, due Cope Libertadores e due Coppe Intercontinentali (1962-1963). La sua forma era particolare: sfera di 23 centimetri di diametro dall’inconfondibile colore arancione con le righe nere che richiamavano i palloni professionistici del tempo. Era economico fino ad un certo punto, ma in quegli anni il calcio stava diventando uno sport nazionalpopolare ed era in cima ai desideri di tutti i bambini e degli adolescenti.

"Al SuperSantos hanno dedicato canzoni, album e sketch teatrali rendendolo davvero un prodotto da memorabilia. Insomma, un mito senza tempo. Il SuperTele, invece, è il fratello più piccolo (ma commercialmente più fortunato) del SuperSantos anche lui proveniente dalla Mondo di Alba, la cittadina più importante (capoluogo a parte) della “Provincia granda”, il Cuneese. Era il 1967 o il 1972, non c'è una data certa. Certo è che costava poco ed era carino per i tempi, anche se era possibile che si bucasse nel giro non solo di pochi giorni, ma anche di poche ore.

"A differenza del “Santos”, il “Tele” era più leggero e costruito con plastica sottile colorata con gli esagoni neri e la restante parte della sfera di colore bianca, rosso, azzurra, gialla, verde o “rainbow”.  Era in vendita ovunque e all'inizio era bianconero come il Pallone di Messico '70, il Telstar, da cui prendeva parte del nome. Il suo packaging era riconoscibilissimo: retina di plastica sottile e appeso dal commerciante di turno in alto quasi a dire: “comprami, non ti deluderò”. Lo hanno usato tutti, specialmente i bambini piccoli che avrebbero potuto aver dimestichezza con quello strano oggetto sferico che quando veniva calciato non andava mai dove doveva andare, ma svirgolava.

"Ma il SuperTele ancora più del “Santos” era usato in spiaggia da chi voleva fare due passaggi a pallavolo, con risultati (nel senso di...traiettorie) leggermente migliori che con i piedi. Insomma, il non plus ultra sul bagnasciuga ha un doppio nome: SuperSantos e/o SuperTele. Quante volte questi due palloni sono atterrati sugli ombrelloni di persone intente a fare altro? E quanti insulti ci siamo presi dalla stessa persona colpita che scaraventava via il nostro feticcio e noi a rincorrerlo sperando che non sarebbe finito in strada o su un albero. Perché le traiettorie erano pressoché incalcolabili, sopratutto quelle del SuperTele.

"Poi sono arrivati gli smartphone, le console, i tablet e altre cose tecnologiche che hanno allontanato i ragazzi non solo dalle strade e dai campi polverosi, ma li hanno portati a vivere attaccati a dei device e a dei tool sempre con la testa abbassata, invece che a sfidarsi a colpi di traiettorie impossibili sulla spiaggia calda o sull'umido bagnasciuga.

"Qual è il ricordo più vivo nella mente delle persone? Il primo bacio, il primo giro in macchina o in motorino, il giorno della discussione della tesi di laurea, il giorno del matrimonio, una vacanza con gli amici. Questi sono ricordi standard per la quasi totalità delle persone, ma anche l'aver dato un calcio ad un SuperSantos o a un SuperTele non è da meno. Magari anche dopo aver scoperto dopo anni di averli ancora in cantina e dopo averli trovati, averli calciati e fatto due palleggi ancora un'ultima volta.

"Il gioco del calcio è lo sport più popolare del Mondo anche per un semplice motivo: è praticabile ovunque. Figurarsi se non si può giocare su un bagnasciuga con amici, fratelli e genitori magari facendo vedere che i vari tunnel, “rabone” e doppipassi non sono solo di proprietà dei calciatori, ma anche di persone che durante l'anno sono tutto fuorché calciatori.

"SuperSantos vs SuperTele, due palloni di plastica che ci hanno fatto amare ancora di più l'estate prima di gettarci per i successivi nove mesi a pensare alla scuola e al lavoro per poter godere nove mesi dopo dello stesso caldo e del mare.

"E poi scusate: con lo smartphone rotto non si può fare nulla, mentre con il SuperSantos o con il SuperTele “caduto” si può ripartire, si lancia la palla in avanti al compagno più bravo che segnerà. Magari il gol che deciderà l’ennesima partita in spiaggia con successivo bagno in mare per la gioia del gol realizzato.

"Anche questa è estate, no?

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