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In esclusiva a Derbyderbyderby Giuseppe Giannini che ai nostri microfoni si sofferma sul derby del sole Roma-Napoli, sulla nazionale e su tanto altro

di Domenico La Marca – Giuseppe Giannini è stato un grande artista del nostro calcio, un talento sopraffino che ha emozionato i tanti amanti di questo sport con le sue giocate e la sua eleganza. Un vero esteta che ha cercato di mantenere la...

Enrico Vitolo

di Domenico La Marca -

Giuseppe Giannini è stato un grande artista del nostro calcio, un talento sopraffino che ha emozionato i tanti amanti di questo sport con le sue giocate e la sua eleganza. Un vero esteta che ha cercato di mantenere la sua idea di calcio anche da allenatore, come dimostra la vittoria del campionato con il Gallipoli nella stagione 2008-2009, ecco quanto raccolto dalla redazione di Derbyderbyderby in occasione del Derby del sole tra Roma e Napoli, di cui in passato è stato assoluto protagonista.

Roma-Napoli - "Rimane sempre un derby, una partita molto sentita, ma in questo la Roma dovrà giocare alla morte visto che è invischiata nella lotta alla Champions League, mentre il Napoli è in una posizione più tranquilla e allo stesso tempo dovrà pensare ad un impegno cruciale della stagione tra due settimane contro l'Arsenal." Vittoria - "Non potrò mai dimenticare la vittoria al San Paolo contro il Napoli di Maradona e Careca, che era lanciato per lo scudetto, dove realizzai una delle due reti, l'altra di Oddi, che ci permisero di ottenere un successo di grande prestigio. Poi quello stesso Napoli perse sempre al San Paolo con il Milan lo scontro diretto che decise il campionato." Zaniolo - "E' un talento importante del nostro calcio, in questo periodo è stato fortunato in fase realizzativa, lo vedo, in tal senso, come più mezzala. Mi ricorda Strootman."

Ancelotti - "Quando eravamo alla Roma, lui era più grande e non parlava molto, ma si percepiva già che sarebbe diventato un ottimo tecnico. E' un grandissimo gestore di campioni, le sue qualità da allenatore sono indiscutibili." Napoli - "Seppur breve la mia esperienza a Napoli la ricordo con piacere, fui convinto ad accettare la piazza partenopea da Mazzone, ma appena il tecnico concluse il suo percorso in azzurro, decisi di seguirlo visto il legame che c'era con lui e non per un fattore ambientale visto che i tifosi mi hanno sempre fatto sentire il loro calore. Inoltre Ferlaino credeva che fossi un calciatore finito, poi è arrivato Galeone che portò Allegri." La nazionale del '90 - "Sempre difficile determinare quale nazionale sia stata la più forte, di certo fa piacere essere ricordati dalla gente per quello che abbiamo fatto nel mondiale '90, dispiace per quanto accaduto in quella notte del San Paolo."

Tecnico - "Da allenatore ho cercato di proporre le mie idee e la mia concezione di calcio, ovviamente Mazzone, Liedholm ed Eriksson sono stati dei grandi maestri." Compagni di reparto - "Per le mie caratteristiche riuscivo a trovarmi con qualsiasi attaccante e mi divertivo a cercare questi campionissimi negli spazi, in tal senso Voeller e Vialli erano abilissimi." Numeri 10 - "Purtroppo nel nostro calcio mancano giocatori in grado di saltare l'uomo e di farsi valere con la loro qualità tra le linee, gli stessi Bernardeschi e Zaniolo sono ottimi giocatori, ma essendo anche fisicamente forti non hanno quel guizzo determinante nei primi metri, forse Lorenzo Insigne è l'unico che possiede tali abilità in questo momento."

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