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LE PROSPETTIVE DI RAFA

Milan, sempre un centravanti vero per valorizzare al meglio Rafael Leao

MILAN, ITALY - APRIL 18: Rafael Leao of AC Milan looks on during the Serie A match between AC Milan  and Genoa CFC at Stadio Giuseppe Meazza on April 18, 2021 in Milan, Italy. Sporting stadiums around Italy remain under strict restrictions due to the Coronavirus Pandemic as Government social distancing laws prohibit fans inside venues resulting in games being played behind closed doors. (Photo by Marco Luzzani/Getty Images)

Il dato che emerge su Rafael Leao nel girone di ritorno (1 solo gol fatto a fronte dei 5 segnati durante l'andata) è una delle spiegazioni del calo del Milan.

Redazione DDD

di Max Bambara -

Il Milan ha approcciato a questa stagione agonistica considerando di avere nel proprio organico due giocatori che potevano svolgere la funzione di vice Ibrahimovic, ossia il croato Ante Rebic ma, soprattutto, il talento portoghese Rafael Leao. Questa convinzione era radicata nella mente dei dirigenti rossoneri: fu proprio Paolo Maldini, in occasione dell’ultima gara dello scorso campionato giocata ad inizio agosto contro il Cagliari, ad evidenziare come il Milan fosse già abbastanza coperto nel proprio reparto offensivo. Tuttavia l’arrivo di Mario Mandzukic qualche mese dopo, nel gennaio scorso, non fu il segnale di una semplice opportunità di mercato che veniva colta dal club rossonero, bensì di una vera e propria necessità che, con l’andare della stagione, era stata avvertita dallo staff rossonero. Nella prima parte di campionato infatti, Rafael Leao aveva segnato 5 reti da centravanti: le prime due in casa contro lo Spezia, un’altra contro il Sassuolo (il famoso gol più rapido della storia della Serie A), un’altra a Benevento e l’ultima contro il Torino a San Siro. Nonostante un ruolino realizzativo discreto, la società e lo staff tecnico rossonero avevano notato come il giocatore portoghese non fosse pronto ancora a recitare il ruolo di prima opzione offensiva della squadra in un campionato come la Serie A. L’arrivo di Mandzukic era figlio di questa riflessione che, non a caso, ha poi trovato conferma sul campo nei mesi successivi, dato che il croato non è stato quasi mai utilizzabile e, tutte le volte che è mancato Ibra in campo, nel ruolo di prima punta ha giocato Rafael Leao.

 (Photo by Marco Luzzani/Getty Images)

(Photo by Marco Luzzani/Getty Images)

Nel girone di ritorno però, la media realizzativa del giocatore portoghese prelevato dal Lille si è praticamente azzerata, fermandosi a quota 1 (il gol che ha fissato il punteggio sul 3-1 contro il Parma al Tardini due settimane fa). Se si considera questo dato insieme alle tante partite saltate da Ibrahimovic a causa dei suoi infortuni muscolari, si può avere una ragione abbastanza credibile del perché si sia abbassata così tanto la media punti rossonera in questa seconda parte di stagione. Nel girone di ritorno il Milan in casa ha vinto solo contro il Crotone (4-0 con doppietta decisiva di Ibra) e contro il Genoa (2-1 con una autorete decisiva): è evidente come l’assenza di un centravanti funzionale alla Serie A abbia enormemente penalizzato la squadra rossonera. Rafael Leao è un giocatore di sublime livello tecnico e di impressionante rapidità quando il campo si allunga; la sua forza è l’uno contro uno ed è un giocatore che tende moltissimo ad esaltarsi non appena i ritmi di gara si alzano in maniera considerevole. Le sue migliori partite in questa stagione rossonera rimangono il vittorioso derby di andata (in cui fu decisivo fornendo un assist meraviglioso ad Ibrahimovic) e la gara del Dall’Ara contro il Bologna giocata a gennaio. In entrambe queste partite però, Rafael Leao non ha giocato da prima punta: contro l’Inter ha fatto l’esterno sinistro offensivo, mentre contro la squadra rossoblù ha agito da trequartista atipico al posto di Calhanoglu.

La sensazione pertanto è quella di un giocatore totalmente anarchico che, ad oggi, non ha ancora raggiunto quella maturità tecnica e psicologica, utile per reggere il peso di dover essere il centravanti titolare del Milan in questa Serie A. Nel nostro campionato infatti, alla prima punta titolare di una grande squadra non si chiedono tanto le giocate d’autore, ma soprattutto concentrazione, sostanza, presenza, sacrificio, abnegazione, movimenti funzionali ai compagni e gol sporchi. Rafael Leao sostanzialmente può essere un valore aggiunto ed una risorsa per il Milan soltanto se si esce dall’equivoco di ritenerlo un centravanti, facendo leva sul suo trascorso nel campionato francese in cui agiva da prima punta nell’attacco del Lille. Da esterno di sinistra o da dodicesimo offensivo della squadra può recitare un ruolo prezioso ed importante, nell’ottica di un processo di crescita costante; invece, se sente su di sé il peso della dimensione offensiva della squadra, il giocatore fa fatica ad esprimere le proprie qualità. Questi discorsi, a sei giornate dalla fine e con una qualificazione alla Champions League ancora tutta da conquistare sul campo, possono tranquillamente lasciare il tempo che trovano; al momento l’obiettivo per il Milan deve essere quello di compattarsi e trarre il meglio da ogni proprio giocatore. Tuttavia, nell’ottica della prossima stagione, considerato il rinnovo di Ibrahimovic che, già nella stagione, corrente ha potuto giocare soltanto la metà delle partite in campionato, il Milan deve prendere atto del fatto che l’acquisto di un centravanti “simil titolare” non sia più rimandabile. Ibra deve essere considerato un totem che quando sta bene gioca e fa la differenza come hanno dimostrato i suoi gol e le sue prestazioni; il club però deve assolutamente prendere un giocatore già testato in questa Serie A, che possa fare la prima punta tutte le volte che Ibra non è disponibile. Continuare su questa strada rischia soltanto di penalizzare il Milan dal punto di vista tecnico e di non valorizzare al meglio Rafael Leao che, invece, è un talento purissimo che ha bisogno di essere messo in un contesto nel quale può mostrare, con maggior libertà, le proprie qualità tecniche. Massima attenzione pertanto sulle prossime partite e su una qualificazione alla Champions League ancora in bilico, ma la società ha il dovere di segnare in cima alla lista delle sue priorità quest’esigenza primaria, ormai non più procrastinabile.

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