Sergio Conceiçao, dopo l'addio al Porto, non sa ancora quale sarà il suo prossimo club, ma una cosa è certa: non allenerà mai la Roma. Intervenuto ai microfoni di Radiosei, ha confessato: "Mi viene la pelle d'oca quando sento parlare dei miei gol con la Lazio. La Lazio mi è rimasta nel cuore. Sono un professionista e non so dove finirò, ma questo posto mi ha riempito l'anima. Anche l’anno scorso in Champions League ho dichiarato 'Forza Lazio' in diretta e lo ripeto ancora. Potrei allenare qualsiasi squadra, ma mai la Roma".
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Derby infinito, Conceiçao: “Porto la Lazio nel cuore, non allenerei mai la Roma”
La dinastia Conceiçao
—La passione per il calcio è una tradizione di famiglia. Francisco Conceiçao, il figlio più noto, è arrivato alla Juventus durante la sessione estiva di calciomercato: "La nostra è una famiglia di calciatori. Un figlio gioca a Cipro, un altro a Zurigo, Moisés è in seconda divisione portoghese e Francisco, che è diverso da me, è molto forte nel dribbling e nell'uno contro uno. Ha tanta fame di vittoria. Dei miei cinque figli, tutti giocano a calcio, anche il più piccolo, José, che lo fa per divertimento".
Il ricordo di Eriksson
—Conceiçao ha poi voluto ricordare Sven Goran Eriksson, allenatore dello scudetto del 2000: "Era una persona meravigliosa. Nonostante la presenza di giocatori difficili, riusciva a mantenere la calma e a creare un gruppo unito. Eravamo una famiglia in campo, con l’obiettivo comune di vincere. Il mio unico rimpianto è non aver vinto la Champions League, sarebbe stato il coronamento di un periodo straordinario."
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