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Lampard non riesce ad essere profeta in patria: tanti i big che sanno cosa si prova

Grande accoglienza per Lampard, ma la partenza di Frank sulla panchina dei Blues è pessima

Prima giocatore e poi allenatore, la dura vita delle bandiere di un club. C'è chi può sorridere come Guardiola e Ancelotti, chi ha dovuto alzare bandiera bianca come Inzaghi e Ferrara. Ora è la volta di Lampard e del suo Chelsea.

Enrico Vitolo

Sarà anche vero che negli ultimi tempi le “bandiere” non sventolano più in mezzo al campo bensì più in prossimità delle panchine, ma questo di certo non ha agevolato il loro compito. Per niente. Anzi, si fa ancora più complicato. A Frank Lampard sono bastate appena tre partite ufficiali per capirlo. Nell’ultimo decennio nessun allenatore aveva iniziato la sua avventura alla guida del Chelsea con due sconfitte e un pareggio, un trend talmente negativo e complicato da digerire che ha messo inevitabilmente in secondo piano il calcio propositivo proposto a tratti dai blues e la grande accoglienza del pubblico londinese rivolto al suo vecchio capitano. Momenti unici, che solo una “bandiera” può vivere. All’estero, in passato, è toccato a Guardiola con il Barcellona e Zidane con il Real Madrid, con tanto di risultati straordinari, in Italia invece il passaggio dalla maglietta e pantaloncini alla giacca e cravatta è capitato con una frequenza decisamente maggiore.

Una strada che ha percorso più di una volta il Milan. Una strada che in alcuni casi ha portato i rossoneri verso traguardi storici con le su vecchie bandiere (con Capello e Ancelotti alla guida tecnica), mentre in altri invece si è interrotta ancora prima di arrivare alla destinazione sperata (con Brocchi, Inzaghi e Gattuso). Del resto non sempre chi ha fatto grandi cose in campo riesce poi a ripetersi anche in panchina. Lo sa bene la Roma che non ha voluto molta fortuna nelle tre circostanze in cui ha provato a legarsi al suo passato: prima le brevissime esperienze di Völler e Montella, poi quella di Di Francesco chiusa con un esonero al secondo anno in giallorosso.

Nonostante non sia mai arrivata la conquista della coppa dalle orecchie grandi, può certamente ritenersi più soddisfatta la Juventus che, fatta eccezione per la brevissima era di Ciro Ferrara del 2009-10, ha inanellato 1 Coppa Uefa e 1 Coppa Italia con Dino Zoff allenatore e 3 campionati e 2 Supercoppe Italiane con Antonio Conte al timone. Può godersi qualche trofeo, 1 Coppa Italia e 1 Supercoppa Italiana, anche Simone Inzaghi che dal 2016 è tornato a difendere i colori biancocelesti seppur con un ruolo differente. Ci hanno provato, ma senza alzare al cielo neppure una coppa, Luis Suarez con l’Inter (nel 1974, nel 1991 e nel 1995) e Walter Zenga con la Sampdoria (esonerato dopo appena tre mesi nel 2015). Ma questo, comunque, non potrà mai spezzare una bandiera che continuerà a sventolare.

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