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LONDON, ENGLAND - JULY 13: Adedbayo Akinfenwa of Wycombe Wanderers celebrates with the trophy after the Sky Bet League One Play Off Final between Oxford United and Wycombe Wanderers at Wembley Stadium on July 13, 2020 in London, England. Football Stadiums around Europe remain empty due to the Coronavirus Pandemic as Government social distancing laws prohibit fans inside venues resulting in all fixtures being played behind closed doors. (Photo by Catherine Ivill/Getty Images)
Per i tifosi del Wycombe sabato 21 maggio sarà una data indimenticabile, vissuta tra le lacrime e in un turbinio di emozioni indescrivibile. No, non c'entra la sconfitta incassata contro il Sunderland nella finale dei playoff di League One, perché ci si può sempre riprovare la prossima stagione, ma senza il proprio simbolo non sarà lo stesso.
Già perché all'età di 40 anni e 11 giorni "The Beast"Adebayo Akinfenwa ha deciso di appendere le scarpette al chiodo, lasciando un vuoto incolmabile nei cuori e nelle menti di tifosi e appassionati di questo sport.
Non avrà reso indimenticabile la sua carriera per le giocate alla Messi o per la quantità industriale di gol segnati come un Cristiano Ronaldo, ma ciò che lo ha reso unico è stata la sua umiltà contrapposta al suo possente fisico da culturista.
Dopo aver mosso i primi passi all'Atlantas (squadra lituana), il calciatore di origini nigeriane ha girovagato nelle serie minori inglesi: 14 gol in 37 presenze al Torquay United, 14 gol in 59 presenze allo Swansea, e poi l'exploit nel biennio 2008-2010 al Northampton con 37 gol in 88 presenze.
Dopo piccole parentesi al Gillingham (10 reti in 34 presenze) e al Wimbledon (19 reti in 83 presenze), la tardiva consacrazione arriva nel 2016, quando passa al Wycombe, diventandone il simbolo indiscusso (52 reti in 216 presenze).
Oltre 230 gol in 800 presenze da professionista, numeri che in pochi possono vantare, e per questo ma soprattutto per il suo grande cuore era inevitabile che al termine del suo ultimo match tutto Wembley gli dedicasse un applauso congiunto, perché The Beast merita questo e molto di più.
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