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NAPLES, ITALY - MAY 14: Gonzalo Higuain of Napoli celebrates after the Serie A match between SSC Napoli and Frosinone Calcio at Stadio San Paolo on May 14, 2016 in Naples, Italy. (Photo by Maurizio Lagana/Getty Images)
Gonzalo Higuain a metà 2016, dopo aver giocato tre stagioni e segnato 91 gol con la maglia del Napoli, si stava avvicinando al secondo e unico posto raggiungibile sul podio dei giocatori più amati nella storia del club partenopeo.
Ma il suo trasferimento alla Juventus in cambio di 90 milioni di euro (il quattordicesimo trasferimento più costoso nella storia del calcio, nda) lo ha portato a essere considerato il primo dei traditori.
A questo proposito, colui che ha mostrato apertamente la sua posizione in merito, a quasi sei anni di distanza, è stato Roberto Sosa.
Il Pampa, 30 reti e due promozioni con la squadra azzurra, è uno degli argentini più amati dai napoletani, soprattutto perché scelse Napoli nel 2004, nonostante la Serie C, diventando il primo calciatore tesserato dalla nuova società del presidente De Laurentiis e dell’allora direttore sportivo Pierpaolo Marino.
“Questo club ti toglie tante cose, ma ti dà tante cose. Avrebbe dovuto capire un po’ di più la città – ha sottolineato in un’intervista con Bolavip l’ex attaccante di Udinese, Messina e Ascoli tra le altre, riferendosi al giocatore ora in forza all’Inter Miami –. Penso che la città lo abbia capito quando è arrivato, l’ha abbracciato, lo ha rispettato, si è preso cura di lui, lo amava, lo idolatrava e poi luiprese una decisione che ancora oggi non capisco. È chiaramente rispettabile, si decide di andare dove si vuole. Ma la città non capisce come abbia iniziato a cantare che difendeva la città. E se difendi la città non vai alla Juventus.Perchédal momento in cui metti piede in questa città sai che con la Juventus non hai niente a che fare. Questo club vive diversamente da come vivono i tifosi bianconeri. Ha altri valori, è molto più popolare”.
Poi Sosa ha aggiunto su Higuain: “Ha preso una decisione di tutto rispetto dal punto di vista sportivo, ma è discutibile dal punto di vista del cuore. Perché penso che in quel momento rappresentasse la cosa più vicina a Diego sul campo da gioco, di difendere la città, di poter lottare per titoli importanti. Ecco perché dall’amore si è passati direttamente all’odio”.
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