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di Francesco Pelizzari -
Giuseppe Giovinco, 30 anni - fratello minore di Sebastian (33) non brilla in Renate-Alessandria 2-1 ma la sua squadra vince e mette a rischio la posizione di Gregucci, tecnico dei piemontesi, A proposito di Giusrppe, una vita da globe-trotter del pallone: “Un po’ mi pesa - e gli scappa una risata un po’ amara - soprattutto adesso che ho famiglia, due bambini, vorrei fermarmi in una squadra”. A Renate? “Perché no, mi trovo bene qui e la squadra e la società sono ambiziose e competitive”. Giovinco junior ha giocato tra i professionisti 316 partite (considerando anche le 38 in Primavera con la Juventus) segnando 59 gol e servendo 22 assist; 35 volte è stato ammonito, 2 volte espulso di cui una con rosso diretto. Sa segnare di destro e sinistro, spesso su punizione, grazie a un buon tiro, ed è un buon rigorista (14 trasformati in carriera). Nel Renate, dove ha collezionato in questa stagione 13 presenze e tre reti tra campionato e Coppa Italia (“ma contro la Pro Vercelli ho colpito un palo e una traversa, poteva andare meglio”) è uno dei quattro trentenni di una rosa che ha 25 anni di età media: “Non mi sento il calciatore esperto di turno, che aiuta i giovani, mi sento giovane anche io e comunque voglio essere considerato alla pari con i compagni”.
In Brianza Giovinco gioca nella sua posizione naturale, seconda punta “anche se a volte ci schieriamo con due trequartisti dietro il centravanti, cosa che a me non dispiace” in una squadra che il mister Aimo Diana mette in campo con difesa a tre, variando la disposizione degli altri reparti in base all’avversario. Pur se non sempre è partito titolare, Giovinco è uno dei pezzi pregiati dell’ultimo mercato del Renate. Al di là delle sue indubbie qualità, il confronto con il più noto fratello Sebastian è sempre dietro l’angolo, anche per il ruolo simile: “Lui però è più punta rispetto a me. È chiaro che la gente si aspetta sempre grandi cose per il semplice fatto che portiamo lo stesso cognome, e io ne sono orgoglioso. Ma sarebbe meglio che io fossi valutato come Giuseppe e non come Giovinco. A parità di prestazione, la mia è sempre considerata normale e quella di un altro ottima”. Insomma è sempre un derby con suo fratello? “Ma no lui è unico, come mio fratello non c’è nessuno”.
Nell’ultima gara, quella vinta ieri 2-1 contro l’Alessandria (quinta sconfitta in 12 giornate per i Grigi, attesi domenica 29 dal derby con la Pro Vercelli), Giovinco non ha però brillato, sostituito al 57’ dopo un tempo e qualche scampolo del secondo, incolori: 14 palloni giocati, di cui due su tiro d’angolo, un fallo subito; il giocatore nativo di Torino non è mai entrato nel gioco, penalizzato forse da una gara che nel primo tempo è stata molto fisica e combattuta a centrocampo, non il meglio per un giocatore delle sue caratteristiche, anche fisiche (è altro 1,67 metri). Giovinco ha cercato di andare a cercare il pallone in zolle diverse, tra la trequarti e l’area avversaria, spostandosi un paio di volte anche sulla fascia, ma il gioco non è mai transitato dalle sue parti.
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