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editoriali
di Franco Ordine
Alzi la mano chi crede che Patrick Cutrone sia un vizioso del gol. Alzi la mano chi pensa e sostiene che il suo gesto sia di quelli da trattare con la prova tv. Già perché adesso che le immagini hanno finalmente e definitivamente documentato che la deviazione di Cutrone sul primo gol alla Lazio è stata realizzata con l’avambraccio si è acceso dalle nostre parti, scadute purtroppo a bassifondi, un dibattito sull’opportunità di perseguire il reo. Sono arrivate a sostegno e in opposizione alla questione oltre che i lamenti e gli insulti dei social, anche una serie di precedenti tipo Adriano gol nel derby con la mano (Rosetti arbitro), oppure Fazio gol dopo tocco di mano in Roma-Cagliari o ancora l’occhiata di Chiellini dopo scontro per scorgere la decisione dell’arbitro.
Chi ha visto in diretta e dopo in tv la scena ha capito due cose: 1) che il tocco di Cutrone, lanciato verso la palla con la testa e in torsione col busto, è assolutamente involontario; 2) che né Irrati, né Rocchi al var in mancanza di immagini decisive, né soprattutto i calciatori in campo e a due passi dall’evento, si sono accorti del fatto. In questo scenario un po’ desolante e tutto sommato anche un po’ divertente, ha fatto spicco il parere su twitter di Sebastiano Vernazza, firma della Gazzetta dello Sport, presente come me in tribuna a San Siro domenica sera, il quale ha assolto Cutrone dal peccato e ribadito che si è trattato di un gesto assolutamente involontario. Come dire: tra tanto gas una boccata d’aria pura.
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