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editoriali
di Franco Ordine
Lo striscione di protesta, affisso dinanzi alla sede della Lega calcio di Milano dai tifosi della Samp, non tragga in inganno. C’è una vecchia e nota avversione degli ultrà al calcio in tv che è partita alcuni anni fa e non è destinata a concludersi. Piuttosto c’è da chiedersi: ma nei prossimi tre anni dove vedremo il calcio noi che amiamo anche quello in tv e anzi lo gustiamo e lo apprezziamo come un buon vino d’annata? La risposta è didascalica e qui possiamo declinarla semplicemente. Mediapro ha vinto la gara, ha offerto mille euro in più rispetto al prezzo di base d’asta (1 miliardo e 50 milioni) e perciò ha legittimamente vinto la corsa.
A questo punto il soggetto spagnolo dovrà superare l’esame dell’antitrust che già in materia di diritti venduti all’estero ha dato via libera e quindi potrà tornare sul mercato per offrire e rivendere i diritti alle tv a pagamento che sono rimaste senza. Sky ha protestato perché pensava di poter risparmiare questa volta, non solo.
Ma immaginava che la povera e derelitta Lega non trovasse nessuno in grado di offrire quel pacchetto consistente di milioni. Aveva anche in mente di cancellare dalla scena Mediaset Premium che invece può tornare a giocare un ruolo in partita. La risposta al quesito iniziale è dunque la seguente: se Sky e Mediaset ricompreranno i pacchetti torneremo a vedere il calcio che conta là dove lo abbiamo seguito fin qui. Altrimenti? Ci sarà qualcuno disposto a lanciarsi nella mischia, tipo Telecom.
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