- Notizie Calcio
- Calcio Italiano
- Editoriali
- Calcio Estero
- Altri Sport
- Rubriche
- Redazione
notizie calcio
Cesare Prandelli ha raccontato il "suo" calcio post–coronavirus: "All’inizio ero molto scettico sulla ripresa - ha dichiarato ad Avvenire l'ex Ct azzurro - Uscivamo da mesi di ansia, settimane segnate dalla morte. Eravamo troppo coinvolti, non pensavo fossimo pronti. Ora che un po’ di tempo è passato e si è ricominciato a giocare, con sollievo dico che il calcio ha davvero qualcosa di miracoloso. Si gioca, ed è un piccolo ritorno alla normalità che fa bene a tutti. Togliere la gente da uno stadio significa togliere l’anima del calcio. Mi fa male vedere gli stadi vuoti, spero che gradualmente ci venga data la possibilità di tornare a vedere dal vivo le partite. Ma sono consapevole che i tempi non li dettiamo noi, ma il coronavirus".
Ha voglia di tornare ad allenare? Le manca la quotidianità del campo? "Sì, ho tanta voglia. E sì, mi manca. Mi piacerebbe trovare una situazione seria con un presidente che abbia voglia di investire sulle persone, non sui calciatori, ma proprio sulle persone, sulla loro credibilità, competenza e integrità. Ho ricevuto qualche offerta dall’estero, una nazionale e più di un club. Ma le ho rifiutate. Le nazionali per ora no, ho bisogno di quotidianità, giorni messi in fila, confronti continui. E poi aspetto un’occasione in Italia. È casa mia, sento di dover proseguire un discorso interrotto".
© RIPRODUZIONE RISERVATA