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NOVARA, ITALY - FEBRUARY 02: Samir Ujkani of Novara Calcio looks dejected during the Serie A match between Novara Calcio and AC Chievo Verona at Silvio Piola Stadium on February 2, 2012 in Novara, Italy. (Photo by Claudio Villa/Getty Images)
Samir Ujkani, portiere del Torino e capitano del Kosovo, ha rilasciato un’intervista a Marca nella quale ha ripercorso tutta la sua vita, non solo dal lato sportivo. Una storia con un lieto fine: giocare per la propria nazione. Ma non è stato così agli inizi. La nazionale del Kosovo infatti non esisteva ancora, per questo Ujkani ha giocato 20 partite con la nazionale albanese, ma sempre con il sogno di indossare la maglia del proprio Paese.
Samir è stato infatti uno dei primi ad avviare le operazioni burocratiche per cambiare nazionale, non appena il Kosovo è stato riconosciuto come paese. All’inizio la nazionale kosovara giocava solo amichevoli, ma questo per lui non era certo un problema. Immancabile il riferimento alla guerra: “Ho perso due zii e le loro mogli, anche la moglie di mio cugino con la sua bambina. Abbiamo perso tutto, e la mia famiglia ha dovuto ricominciare da zero. Grazie ad un consiglio da parte di un avvocato a mio padre, siamo riusciti a scappare in tempo dalla guerra”.
Il ragazzo è ora orgoglioso della sua carriera, e come dallo stesso dichiarato: “Voglio contribuire all’immagine positiva del Kosovo e della sua gente. Siamo brave persone. E il calcio può aiutarci a dimostrarlo”.
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