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FLORENCE, ITALY - FEBRUARY 19: Giampaolo Calvarese referee during the Serie A match between ACF Fiorentina and Spezia Calcio at Stadio Artemio Franchi on February 19, 2021 in Florence, Italy. (Photo by Gabriele Maltinti/Getty Images)
di Giovanni Capuano -
Gianpaolo Calvarese da Teramo ha arbitrato 317 partite in carriera, 157 in Serie A. Verrà ricordato per essere quello del rigore non dato per mani di Bernardeschi a Cagliari, per il rosso risparmiato a Ronaldo (sempre a Cagliari) e per lo scempio di Juventus-Inter infarcita di strafalcioni così evidenti e numerosi da apparire quasi grotteschi agli osservatori neutrali. Quindi a pochi, perché la maggior parte ha preferito ingrossare le fila dell’esercito degli anti-juventini in servizio permanente ed effettivo, pronto a urlare allo scandalo ogni tanto, non sempre. E che si sono convinti che anche la Coppa Italia vinta dalla Juve sia un gentile omaggio della coppia Massa-Valeri e non il prodotto di quanto ha detto il campo.
Calvarese resterà alla storia come quello che ha regalato la Champions League alla Juventus col rigore (farlocco) di Cuadrado, a meno che il Milan non faccia il miracolo a Bergamo e il Napoli non si spari nei piedi col Verona. Arbitro compiacente - secondo i soliti - in maniera anche un po’ bislacca, dal momento che non si è mai visto un fischietto su commissione che azzoppi la squadra che dovrebbe favorire lasciandola in dieci per un’espulsione che non esiste. Che non più tardi di sei giorni prima - non settimane o mesi -, da Var, si è premurato di far dare un rigore contro la ‘sua’ squadra nel confronto diretto decisivo per la corsa Champions, come accaduto allo sciagurato Calvarese in Juventus-Milan.
E proseguendo sul tema del fischietto su commissione, spedito a fare da killer non si capisce da chi in una stagione in cui, agli errori di programmazione e di Pirlo, la Juventus ha aggiunto anche un pacchetto di partite come minimo sfortunate alla voce arbitri. Quali? Dare una ripassata alle sfide contro Benevento (Abisso-Banti), Fiorentina (La Penna-Mazzoleni) e Atalanta allo Stadium (Doveri-Irrati). I più attenti potrebbero chiedersi come mai il rigoroso Irrati, per gli anti-juventini complice dello sciagurato Calvarese, non fosse al corrente del complottone in precedenza, ma agli anti-juventini non è richiesta questa soglia di concentrazione. E nemmeno di domandarsi se la chiamata Var che ha deciso la vittoria del Napoli a Firenze fosse a norma di protocollo e cosa avrebbero detto nel caso fosse accaduto alla solita squadra.
All’esercito numeroso dei terrapiattisti del calcio italiano è sufficiente poter gridare ‘al lupo’. Anzi ‘al ladro’, senza un minimo di analisi e ricostruzione. E anche senza obiettivi veri, perché invece di andare a caccia di like e clic anti-juventini sarebbe molto più utile chiedersi perché nelle ultime giornate il campionato sia stato condizionato da direzioni di gara a tratti surreali, che hanno riguardato tante (troppe) partite e di chi sia la responsabilità dell’utilizzo un po’ random del Var, prima quasi cancellato e poi rimesso al centro del villaggio proprio in tempo per le volate finali. Troppo sforzo. Meglio fermarsi a Calvarese e al rigore farlocco. Dimenticando il prima e il resto, in attesa del prossimo sciagurato.
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