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KINGSTON UPON THAMES, ENGLAND - MAY 02: A television camera on the top of the stand above the word football during the Second Leg of the UEFA Women's Champions League Semi Final match between Chelsea FC and Bayern Munich at The Cherry Red Records Stadium on May 02, 2021 in Kingston upon Thames, England. Sporting stadiums around the UK remain under strict restrictions due to the Coronavirus Pandemic as Government social distancing laws prohibit fans inside venues resulting in games being played behind closed doors. (Photo by Catherine Ivill/Getty Images)
di Giovanni Capuano -
Alla fine tanto tuonò che non piovve. Almeno per il momento. Le indiscrezioni messe in giro sullo stop di DAZN alla doppia utenza sono rimaste per ora solo sulla carta dei giornali, in una prudenziale modifica del sito internet e nel dibattito dei social dove la OTT che si è presa i diritti del calcio italiano fino al 2024 è stata travolta dal livore con cui le notizie sono state accolte. Poi sono intervenute le associazioni di consumatori, anche perché un po’ di pubblicità non fa male a nessuno, e infine si è mosso il Governo. DAZN ha fatto sapere di essersi prontamente messa a disposizione per il confronto e ci mancherebbe, considerato il rapporto di forza che esiste tra i due soggetti: il Governo e DAZN.
Di sicuro la convocazione al Ministero è stato l’unico strumento in grado di convincere gli uomini di DAZN a dire qualcosa pubblicamente, dopo un giorno di imbarazzanti ‘No comment’. La storia della lotta alla pirateria - problema serissimo che esiste da prima di DAZN e purtroppo esisterà anche dopo - è una foglia di fico a uso e consumo della comunicazione, ma è probabile che sarà ripetuta anche davanti al ministro Giorgetti. Incerto l’esito del confronto, magari lo stop alla doppia utenza scivolerà in là nel tempo. Quello che si può già dire con certezza è che i mitologici presidenti della Lega Serie A hanno scelto da che parte stare e non è quella dei tifosi. Del resto vendendo a DAZN per un pugno di milioni in più erano consapevoli di tutto: dei problemi che ci sarebbero stati, della difficoltà di costruire un racconto editoriale unico sul prodotto-campionato, della barriera digitale messa davanti ai clienti più anziani e a quelli di mezzo Paese, infrastrutturalmente arretrato.
Se ne sono sono fottuti allora, non c’è motivo per cui non lo facciano adesso. Nelle ore del caos non si è levata nemmeno una voce, perché si tratta solo di indiscrezioni giornalistiche e a via Rosellini servono i fatti. Meglio se compiuti, a questo punto. Col terrore che DAZN possa andare in difficoltà trascinando dietro di se tutto il calcio italiano. Quindi silenzio complice, se non assenso. Pochi, maledetti e subito: i soldi si intende. Il rischio è che presto (e nel silenzio) lo diventino anche i tifosi stessi.
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