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Tanto, troppo, Bar Sport con il Covid. E' una materia che sta insanguinando il pianeta, ma i social lo stanno riducendo ad un argomento da sfogatoio di calciomercato. E' un tema su cui o le cose si sanno o non si sanno. Accusare persone per sentito dire e fare trame disgustose per aizzare i tifosi in piena pandemia, quando giocare a calcio resta una fortuna e ci sono molti altri drammi veri molto più importanti: cose che fanno pena. Viste e riviste in una domenica da dimenticare. L'ignoranza fa parte di questo mondo e va accettata, ma ostentarla e utilizzarla con violenza no, a questo deve esserci un limite. Non ci si può far belli bannando solo Trump. C'è moltissimo altro da fare.
Antonio Conte ha tanti difetti e non sta vivendo con entusiasmo questa stagione. Ma è un allenatore. E' un fior di allenatore. Fatto, finito, dedito. Ha sempre avuto passione e vocazione per la panchina. Andrea Pirlo no, purtroppo no. Spesso abbinato a Seedorf per indicare la coppia di investimenti brillanti e fortunati fatti dal Milan tra il 2001 e il 2002 per andare a vincere la Champions League. Abbinabile a Seedorf anche per questo voler essere allenatore per forza. Non c'è spinta ideale, non c'è visione, non c'è fame. Per iniziare dalla Juve bisogna essere un Dio della panchina ma, nulla di personale nei confronti di Andrea che è stato un giocatore meraviglioso per tutta la sua carriera, non è questo il caso.
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