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TURIN, ITALY - AUGUST 01: Referee Gianluca Rocchi looks on after the final game of his career, the Serie A match between Juventus and AS Roma at on August 01, 2020 in Turin, Italy. (Photo by Filippo Alfero - Juventus FC/Juventus FC via Getty Images)
di Franco Ordine .
Adesso è ufficiale, non è più un sospetto: è in atto un ridimensionamento del var per valorizzare l’arbitro in campo. L’ha detto, declinato in più risposte, Gianluca Rocchi, il nuovo designatore che ha fornito -a inizio stagione- le linee guida ai suoi fischietti. Per il campionato ha inaugurato un nuovo protocollo che prevede in linea di massima il rispetto rigoroso delle decisioni prese sul campo piuttosto che fermare il match, mandare l’arbitro al controllo video e far cambiare decisione.
Il ricorso al Var dev’essere l’eccezione e non la regola. È come se il Var, da aiutante dell’arbitro, diventasse all’improvviso un concorrente addirittura: questo è il rischio della scelta conservatrice. Per questo motivo non è stato annullato il secondo gol dell’Atalanta contro il Milan, vistosamente irregolare a seguito della spinta sulla schiena di Messias da parte di Zapata. Rocchi l’ha detto in modo netto: “Quel gol andava annullato”. Giusto. Ma per annullarlo, il varista avrebbe dovuto reclamare la presenza dell’arbitro Di Bello al var e proporgli il filmato dell’azione. E qui c’è la contraddizione pericolosa nella quale finiscono Rocchi e la sua linea guida.
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