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BARCELONA, SPAIN - DECEMBER 04: Rui Silva embraces Marc Bartra of Real Betis after their sides victory in the La Liga Santander match between FC Barcelona and Real Betis at Camp Nou on December 04, 2021 in Barcelona, Spain. (Photo by Alex Caparros/Getty Images)
C'è un curioso parallelismo tra il Betis del 2012-13 di Pepe Mel, uno dei migliori di questo secolo, qualificatosi per l'Europa con 56 punti grazie al suo settimo posto finale, e la squadra che oggi si è affacciata al terzo posto che vorrebbe dire Champions League sotto le direttive di Manuel Pellegrini: entrambi hanno assimilato il duro contrattempo di perdere un derby per reagire nel migliore dei modi, vincendo le partite successive.
Quel Betis di nove stagioni fa aveva subito a novembre 2012, giornata numero 12, un 5-1 molto doloroso contro il Siviglia di Míchel al Ramón Sánchez-Pizjuán. Eppure, sette giorni dopo ha saputo farsi perdonare davanti ai suoi tifosi con un 1-0 contro il Real Madrid e subito dopo ha battuto il Deportivo in una partita frenetica al Riazor (2-3) e, dopo essere caduto davanti all'enorme Barcellona del miglior Messi per 1-2, ha battuto anche il Celta a Balaídos (0-1 grazie a un gol sul finale di Jorge Molina) per raggiungere la 16esima giornata con 28 punti in classifica.
E' il caso anche del Betis attuale di Manuel Pellegrini che, logicamente, è molto più fresco nella memoria di ogni tifosi del Betis: dopo lo 0-2 contro il Siviglia della 13esima giornata, la squadra biancoverde è riuscita a concatenare tre vittorie consecutive contro Elche (0-3), Levante ( 3-1) e Barcellona (0-1) che ha cancellato dalla mente dei tifosi quella settimana nera che, dopo le sconfitte contro Atlético Madrid (3-0) e Bayer Leverkusen in Germania (4-0), era culminata proprio nella sconfitta nel Gran derbi sivigliano allo stadio Benito Villamarín. Niente guarisce le ferite meglio dei punti.
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