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Andy Van der Meyde, 40enne ex giocatore di Ajax, Twente, Inter, Everton, PSV Eindhoven e Woonwagen Kamp Emmen, ha raccontato alcuni aneddoti della carriera in una diretta Instagram con footballstation.it. L’Ibrahimovic di Amsterdam, il suo arrivo a Milano, il rapporto “particolare” con David Moyes a Liverpool e i gol più belli tra i temi toccati.
“Si vedeva già che Zlatan - ha spiegato l’olandese - aveva qualcosa in più. E pensate che la sua esperienza all'Ajax non iniziò nel migliore dei modi, qualche atteggiamento sbagliato e diverse prestazioni incolori, i tifosi lo fischiavano. Poi uscì alla grande: sapevamo sarebbe diventato uno dei più forti".
Poi il passaggio sull’esperienza interista: “Il trasferimento all'Inter? Beh a dire la verità non volevo andare, non per i nerazzurri, ma perchè non volevo lasciare l'Ajax. Mi sentivo al top della condizione, ma Moratti offrì tanti soldi al club e la società stessa mi costrinse ad andare, dicendomi chiaramente come quella nerazzurra fosse un'offerta irrinunciabile e che anche io sarei andato a guadagnare un sacco di soldi. E così fu. Mantengo ancora splendidi ricordi. Il primo anno andò bene: cercavano un esterno per un semplice 4-4-2, avrei dovuto mettere cross per Vieri, e così fu. Con Mancini giocavo di meno, così decisi di cambiare aria”.
Il “cecchino di Arnhem” ha parlato pure degli anni inglesi: “In Inghilterra stadi pieni, la gente a Liverpool vive solo per il calcio. Calcio e birra, quello il loro segreto. L'Everton era una buona squadra, Arteta era già super, pure Cahill era determinante. Ebbi problemi che tutti sapete, Moyes non mi parlava, con lui, freddo e scozzese, il rapporto non decollò mai. Secondo me tecnico sopravvalutato, al Man United l'hanno mandato via dopo una sola misera stagione”.
I gol più importanti? “Quello di Roma con l'Ajax, in uno stadio pieno contro una squadra piena di grandi campioni come Totti e Cassano. Ma pure quello di Highbury: gran gol al volo, battemmo un Arsenal fortissimo, fu una notte incredibile, al ritorno trovai persino dei tifosi nerazzurri sotto casa che volevano fare festa insieme a me”.
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