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IL CALCIO VISSUTO IN SERENITA'

Il derby al contrario, l’ex laziale Matuzalem…: “Spero che la Roma si qualifichi”

In Italia dal 1997 al 2018, anno del suo ritiro dal calcio giocato, l’ex centrocampista di Napoli, Lazio e Genoa Francelino Matuzalem, ha ripercorso alcune fasi salienti della sua carriera, soffermandosi sull'attualità del calcio italiano.

Redazione DDD

“Dopo che ho smesso sono tornato in Brasile. Certo questo è un periodo un po’ particolare non si può fare nulla, sono tutti bloccati a casa, per via della pandemia. Spero che il tutto possa risolversi in fretta”, si racconta così Matuzalem, che spiega la situazione attuale in Brasile con il virus: "La situazione è peggiorata tantissimo, ci sono tantissimi contagi al giorno, un po’ come in tutte le parti del mondo. Poi il Brasile è più grande rispetto all’Europa. Spero che piano piano, anche con i vaccini che stanno iniziando ad arrivare con maggiore insistenza si possa risolvere questo problema. Così possiamo tornare a vivere la vita che abbiamo vissuto fino a due anni fa. Questo è un momento triste comunque. Tanta gente povera soffre sempre di più, tanti hanno perso il lavoro e non hanno nemmeno i soldi per mangiare”.

 (Photo by Dino Panato/Getty Images)

(Photo by Dino Panato/Getty Images)

Cosa ricordi della tua esperienza alla Lazio, il popolo biancoceleste è abbastanza attaccato alla squadra? “Il popolo della Lazio - ha risposto Matuzalem a FootballNews24 - è parecchio attaccato alla squadra. Io dico sempre che giocare il derby a Roma è davvero bello, è un’emozione unica. C’è anche quello a San Siro o quello di Genova. Lì i tifosi sono più tranquilli, invece il derby romano è davvero un’altra cosa. A Roma comincia la guerra tra supporters già una settimana prima”. Hai fatto anche esperienza all’estero allo Shakhtar Donetsk. In cosa si differenzia il calcio italiano da quello ucraino? “Cambia tutto. Il campionato italiano è quello più difficile. Poi, ai miei tempi, nel calcio italiano c’erano tutti i più grandi calciatori del mondo, c’era Zidane, Bierhoff, Rui Costa e tantissimi altri. Il calcio ucraino, penso che adesso abbia aumentato un po’ il livello, però non ha nulla a che fare con quello italiano. Lì, però, ho avuto l’opportunità di conoscere un grande allenatore come Lucescu e di giocare la Champions League, quindi è stata una grande esperienza per me. Però tra Spagna, Italia ed Ucraina, secondo me, il calcio più difficile resta quello italiano“.

Restando all’attualità, chi vedi favorita per la vittoria finale della Champions League? “Io tifo Paris Saint Germain. Lo sceicco ha speso tanto, ma ha sempre fallito in Europa. Speriamo possa essere l’anno giusto per i francesi in Europa”. Cosa pensi della Roma in semifinale di Europa League? “Speriamo vinca e porti il nome dell’Italia in alto“. Presto diventerai allenatore? “La mia idea è di iniziare con i ragazzini in Brasile, nei quartieri poveri. Il calcio ha salvato tante vite”.

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