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Atalanta-Chelsea, da Bellini e John Terry: i migliori capitani a confronto

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Da Stromberg a Bellini fino a John Terry. I capitani storici della storia della Dea e dei Blues, uomini degni di essere chiamati anche bandiere.
Mattia Celio
Mattia Celio Redattore 

Una partita dal peso di una finale. La vincitrice potrebbe mettere un punto importante sulla qualificazione diretta alla fase ad eliminazione di Champions League. Alla New Balance Arena va in scena la sfida Atalanta-Chelsea. Entrambe le squadre sono reduci dalle vittorie, rispettivamente, contro Eintracht Francoforte e Barcellona, ma soprattutto si trovano in classifica a pari punti (10). Motivo per cui una vittoria potrebbe avere grande peso sulle ambizioni europee della Dea e dei Blues. Forse l'Atalanta non ha una grande storia in ambito europeo quanto il Chelsea ma, come i londinesi, ha potuto contare su giocatori che poi sono diventati capitani e simboli. Giocatori che hanno portato la fascia con grande orgoglio caricandosi la squadra senza mai tirarsi indietro. Rivediamo alcuni capitani storici dei due club.

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Atalanta, capitani storici: da Stromberg a Bellini, fino agli "scaricati" Doni e Papu Gomez

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Se vogliamo parlare di "atalantinità" bisogna tornare alla sfida tra Atalanta - Lazio del maggio 2012. In quell'occasione, infatti, la Curva Nord bergamasca diede vita ad una coreografia semplicemente straordinaria. Tra le gradinate tinte dei colori atalantini sbucarono 7 gigantesche maglie sulle quali erano incisi i nomi dei capitani che hanno rappresentato il simbolo della Dea nel corso della storia. Uno spettacolo degno di quei calciatori che hanno portato sulle loro spalle la squadra sia nei momenti felici ma soprattutto in quegli difficili.

La prima maglia era quella di Stefano Angeleri, giocatore orobico dal 1949 al 1960. Ben 11 anni con la maglia neroazzurra, quella che per molti doveva essere una destinazione provvisoria. Una destinazione che alla fine divenne la sua casa tanto che ancora vanta il record di presenze in Serie A con l'Atalanta (281 partite disputate). A fianco a lui il suo successore, ovvero Piero Gardoni, nativo di Bergamo e primo capitano a vincere un trofeo con gli orobici, ovvero la Coppa Italia del 1963.

Non si può dimenticare poi "Ezio - gol", meglio noto come Ezio Bertuzzo. In sette anni a Bergamo si rivelò fondamentale per il ritorno degli orobici in Serie A nel 1976, tanto che la sua cessione al Cesena scatenò una vera e propria sollevazione popolare tra i tifosi bergamaschi: la protesta indusse il presidente atalantino a riacquistarlo pochi mesi dopo, durante la sessione autunnale di calciomercato.

Dal Vichingo Stromberg a Papu Gomez

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E come non ricordare il "Vichingo" Glenn Stromberg, forse il primo vero capitano. Arrivato dal Benfica nel 1984, dopo qualche problema di ambientamento, lo svedese prende in mano la squadra soprattutto dopo la retrocessione in Serie B tanto che in pochi anni la conduce fino alla semifinale di Coppa delle Coppe. Si ritira nel 1982 con ancora addosso la fascia da capitano. Seguono poi Marino Magrin e Valter Bonacina, rispettivamente 5 e 10 anni in maglia nerazzurra e in ultimo quello che per poi è il capitano per eccellenza: Gianpaolo Bellini.

Una carriera dedicata ad una sola maglia. 18 anni con gli orobici sono un periodo troppo lungo da dimenticare, come le sue 435 presenze che lo rendono il recordman di presenze nella storia atalantina. Una carriera nella quale Bellini non aveva altri pensieri se non l'Atalanta. E non importa se in tutti questi anni non ha avuto la fortuna di alzare trofei, la sua più grande vittoria è stata quella di essere amato dalla tifoseria. Una tifoseria che ha salutato con un gol l'8 maggio 2016 nell'ultima partita casalinga con l'Udinese. Quale modo migliore?

Ma nella storia dell’Atalanta si intrecciano anche storie che non hanno avuto un lieto fine. Uno di questi è il bomber Cristiano Doni, il cui "divorzio" dagli orobici prende il nome di calcioscommesse, consumatasi nel 2011 coi tifosi a difenderlo fino all’arresto e alla pubblicazione delle intercettazioni scottanti. Anche l'addio di Damiano Zenoni non è stato certo felice per "colpa" di Delio Rossi, il cui arrivo sulla panchina orobica provoca la sua cessione all'Udinese. E non vogliamo parte dell'ultimo grande rimpianto? Ovvero Papu Gomez. Uno dei più cardini dell'Atalanta più forte di sempre, il suo litigio con Gasperini provoca una rottura che spinge l'argentino a lasciare Bergamo dopo 7 anni. Destinazione Siviglia.

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Chelsea, dal giovane Wilkins alla leggenda Terry: i capitani storici dei Blues

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Il Chelsea non è certo un club che ha bisogno di presentazione in ambito europeo e mondiale. Un club che scrive pagine di storia dal 1905 ma non solo grazie ai risultati, grazie anche e soprattutto a uomini degni di essere chiamati "capitano". Un nome che si è meritato anche un ragazzino. Si tratta di Ray Wilkins, il più giovane ad avere questo onore. Cresciuto nel vivaio del club, divenne capitano a soli 18 anni. Mai nessuno prima di lui era riuscito così presto e mai nessuno ci riuscirà nel tempo.

Tifoso dei Blues da sempre, ha capovolto il mondo del Chelsea: da una squadra poco vincente l'ha trasformata in una macchina di trofei. Parliamo di Dennis Wise. Arrivato allo Stamford Bridge nel 1990, ha guidato i londinese fino al 2001. Giocatore dal grande carisma e personalità si è fatto immediatamente amare dai tifosi del Chelsea. Con la maglia blu scende in campo in 332 occasioni e realizza 53 reti.

Da un grande capitano si passa ad una leggenda. Oltre 20 anni con la maglia dei Blues. Il capitano più iconico della "golden era". La sua unica "pecca": essere nato in una famiglia di tifosi sfegatati del West Ham. John Terry ha deciso di schierarsi dalla parte opposta. Nonostante abbia iniziato proprio nelle giovanili degli Hammers, nel 1995 si trasferisce a quelle del Chelsea e da lì non se ne è più andato. Divenuto capitano nel 2004, il nativo di Barking è rimasto allo Stamford Bridge fino al 2017 dopo aver portato nella bacheca londinese 5 campionati, 3 Community Shield, 3 Coppe di Lega, 5 Coppe di Inghilterra, 1 Champions League e 1 Europa League. Numeri che lo rendono il capino più vincete della storia dei Blues.