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Braga, domenica 28 dicembre, ore 19.00. All’Estádio Municipal l’atmosfera è quella delle grandi occasioni: è tutto pronto per la sedicesima giornata di Liga Portoghese. In tre parole, Sporting Braga-Benfica. Mentre le due squadre si preparano a scendere in campo, nelle cucine del Minho e di Lisbona si accendono i fuochi. Ecco come sarebbe la partita se a sfidarsi, invece dei calciatori, fossero i piatti tipici: se il campo fosse una tavola, Braga-Benfica sarebbe una gara di nervi, profumi intensi e porzioni generosi.
I padroni di casa scendono in campo con un 4-4-2 compatto, sobrio, tutto solidità e spirito di sacrificio. In porta troviamo il caldo verde, la zuppa simbolo del Nord del Portogallo, a base di cavolo e salsiccia piccante. Semplice, rassicurante, sempre pronta a sostenere la squadra nei momenti difficili. La difesa è un muro di tradizione: al centro ci sono i rojões à minhota, cubetti di maiale marinato e fritto con patatine, un avversario difficile per qualsiasi fegato; accanto, il sarrabulho, intenso, calorico e quasi intimidatorio. Sulle fasce, corrono le patate arrosto con paprika, semplici ma micidiali.
A centrocampo, dirigono il gioco i fagioli con chouriço, anima della squadra, accompagnati da due esterni ruspanti: il broa de Milho, un pane rustico cotto a legna, e il riso al forno, sempre pronto a dare equilibrio. In attacco, il Braga punta su due certezze: il bacalhau à Braga, diretto e deciso e il cabrito assado, il capretto arrosto, un piatto delle feste, tutto tecnica e movimento. È una squadra che non cerca il bel gioco, ma il risultato.
Ma il Benfica non improvvisa, e schiera il suo classico 4-3-3 fluido, che lascia spazio a rotazioni e soluzioni diverse senza perdere qualità. Tra i pali c’è il bacalhau à Bras: ordinato, equilibrato, sempre affidabile. La linea difensiva è composta dai piatti simbolo della città: al centro troviamo il bacalhau com natas, cremoso e strutturato, affiancato dall’arroz de pato, il riso con l’anatra, solido e retrò. Sulle fasce spingono le ameijoas à Bulhão Pato, rapide e tecniche.
Il centrocampo è il reparto più ricco: in regia c’è il cozido à portuguesa, lo stufato portoghese in tutto il suo splendore. Ai suoi lati lavorano il polvo à lagareiro, raffinato e continuo, e la feijoada, che dà profondità. Davanti, il Benfica alza il livello: le ali sono i pasteis de bacalhau, rapidi e aggressivi, e al centro si piazza la bifana, il panino farcito di lonza di maiale, semplice solo all’apparenza.
Chi vince tra Braga e Lisbona? Come spesso accade, i giochi si chiudono al momento del dolce. Pudim Abade de Priscos per il Braga, il budino unico figlio della tradizione monastica e contenente pancetta, e pasteis de nata per il Benfica, iconici, colorati e subito riconoscibili. È lo scontro tra una cucina fortemente radicata al territorio e una che rappresenta il Paese intero. Sul campo vince chi segna, a tavola chi non lava i piatti.
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