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Il Girona attraversa un periodo buio, forse il peggiore degli ultimi anni. Diciottesimo in Liga e dunque pienamente invischiato nella lotta per non retrocedere, il club catalano ha subito un’altra pesantissima batosta che conferma la crisi profonda in cui si trova. Dopo settimane complicate anche in Copa del Rey, dove già erano emersi segnali preoccupanti, è arrivata l’uscita di scena più amara possibile: l’eliminazione per mano dell’Ourense, squadra attualmente decima nella terza serie spagnola. Un risultato clamoroso, che pesa come un macigno sull’intero ambiente e che testimonia un momento di totale smarrimento.
La gara si è messa subito in salita per il Girona, punito dopo appena un minuto dal gol di Coronado, bravo a sfruttare una disattenzione difensiva e a infilare la porta con una conclusione precisa. Da lì in poi la squadra non è più riuscita a trovare ordine né brillantezza, concedendo troppo in fase difensiva e mostrando pochissime idee in costruzione. L’Ourense, dal canto suo, ha giocato con entusiasmo e coraggio, trovando anche il raddoppio con El Ataby, che ha gelato definitivamente i catalani e acceso il pubblico di casa. Inutile, in termini di qualificazione, il gol di Asprilla che ha accorciato le distanze nella ripresa: una reazione timida e tardiva, lontana da ciò che serviva per rimettere davvero in discussione la partita.
Ciò che rende questa eliminazione ancora più sorprendente è il fatto che appena tre giorni fa il Girona fosse riuscito a fermare il Real Madrid, strappando un punto prezioso che sembrava poter rappresentare una svolta psicologica importante. Invece, la squadra è ricaduta immediatamente nei propri problemi, mostrando ancora una volta una fragilità mentale preoccupante. La crisi, ormai evidente, richiede risposte immediate: il Girona deve ritrovare compattezza e identità, altrimenti il resto della stagione rischia di trasformarsi in una lunga e complicata salita.
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