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C'è una parola che più di tutte riassume il presente di Jesus Vallejo: felicità. Lontano dai riflettori del grande calcio, dal prestigio del Real Madrid e dai titoli conquistati in carriera, il centrale aragonese ha ritrovato ad Albacete qualcosa che sembrava smarrito ormai da tempo. Adesso, dopo aver iniziato questa avventura, si sente di nuovo importante e parte integrante di un progetto dall'alto valore umano prima ancora che sportivo.
Il suo arrivo all'Albacete è stato tutto fuorché un'operazione di mercato "tradizionale". Come raccontato dal direttore sportivo Toché, non si è partiti da cifre o clausola, ma dal conoscersi, parlare e condividere una visione. Vallejo ha voluto prima di tutto ascoltare, visitare il club e respirarne la filosofia. "Gli abbiamo trasmesso ciò che siamo ed è uscito contento per quello che ha visto e sentito", spiega Toché. La firma è arrivata poco dopo, senza pressioni economiche, a dimostrazione di un interesse reale per il progetto: "Di solito è il tema più complicato, ma con lui non ci sono stati problemi".
Dal suo primo giorno, Vallejo si è comportato come uno qualunque, nonostante un curriculum di assoluto livello. È passato a salutare i tifosi nel giorno dell'apertura degli abbonamenti, si è subito messo a disposizione per ogni iniziativa del club e ha conquistato immediatamente lo spogliatoio. I compagni ne parlano con ammirazione sincera, come nel caso di Jon Garcia: "Quando arrivi dal Real Madrid e ti comporti con una normalità totale, è qualcosa che colpisce. Jesus ha valori enormi".
Il capitano dell'Albacete, Riki, sottolinea il suo peso non solo in campo, ma soprattutto fuori: "Aiuta tutti, è sempre presente e ci trasmette la sua esperienza per crescere come squadra e come persone". Un pensiero condiviso anche da Jefté: "Quando sono arrivato sembrava che fosse qui da anni. Mi ha accolto come un veterano ed è sempre disponibile".
Vallejo è un leader silenzioso, che guida i compagni dando l'esempio. Arriva tra i primi al centro sportivo, lavora senza risparmiarsi e rende più semplice la vita quotidiana di tutti. E poi c'è il lato più leggero, quello delle battute nello spogliatoio e degli scherzi a Morcillo durante la colazione: "Lo adorano tutti, è un dieci come persona. Zero ego", conclude Jon Garcia.
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