
Joey Barton torna nuovamente al centro della cronaca e, questa volta, per qualcosa di molto grave. L'inglese è stato condannato a 12 settimane di carcere, con sospensione della pena, per aver aggredito la moglie dopo una lite da ubriaco nel 2021.
La sentenza

Joey Barton torna nuovamente al centro della cronaca e, questa volta, per qualcosa di molto grave. L'inglese è stato condannato a 12 settimane di carcere, con sospensione della pena, per aver aggredito la moglie dopo una lite da ubriaco nel 2021.
Non è la prima volta che viene accostato il nome di Joey Barton a quello della galera. L'inglese ha da sempre avuto una vita al di fuori delle righe e, nonostante tutto, sembra non essere cambiato, anzi. Questa volta, ad aggravare ancor di più la sua posizione, ci sarebbe un gesto che gli fa poco onore, come quello di aggredire la moglie con i figli in casa. I fatti ricorrerebbero al 2021, quando, dopo una cena con alcuni amici, Barton avrebbe colpito l'attuale moglie con un calcio in testa. L'episodio sarebbe accaduto alle ore 23, mentre i bambini dormivano nella camera di sopra.
Dopo l'aggressione, la moglie avrebbe deciso di denunciare il tutto alle autorità. Ed ora, finalmente è arrivata la conclusione per questo increscioso atto di violenza. Infatti, nella giornata di ieri è arrivata la decisione della Westminster Magistrates' Court di dichiararlo colpevole, nel corso di un'udienza in cui non ha mai preso la parola. L'ex Manchester City è stato dichiarato colpevole e dovrà pagare anche una multa di oltre 2000 euro. In questi 3 anni, Barton aveva sempre negato ogni tipo di accusa nei suoi confronti. Ma dopo accurate indagini, la verità è uscita fuori ed ora, l'inglese, dovrà iniziare a scontare un meritato periodo di reclusione.
“Joey Barton GUlLTY of kicking wife in the head”
12 week suspended prison sentence
Disgraceful https://t.co/p0WkQmh8Ly
— Carol Vorderman (@carolvorders) March 25, 2025
Ormai sono quasi 8 anni che Joey Barton ha appeso gli scarpini al chiodo. Eppure, oggigiorno, quando parliamo di lui, pensiamo più alle questione extra-calcistiche che a quelle all'interno del campo da gioco. L'inglese è stato da sempre un "bad boy" e nel corso degli anni non è riuscito ad aggiustare questa sua nomea. Una frase, che pronunciò nel lontano 2014, può spiegare appieno la persona che si cela dietro il calciatore: "Per 32 anni ho cercato di capire chi ero e perché, e questo mi ha portato anche in carcere. Ho usato tanta di quest'energia oscura che mi porto dentro per fare di me stesso un calciatore, se fossi stato una persona equilibrata non sarei mai diventato un atleta di alto livello".
La sua carriera, comunque abbastanza positiva, è iniziata con la maglia del Manchester City, dove ha passato ben 5 anni della sua carriera. Proprio da qui, hanno inizio le sue esperienze da cattivo ragazzo. Nel 2004 spense una sigaretta nell'occhio di un compagno e nel 2005 aggredì un tifoso minorenne dell'Everton. Sarà però, l'aggressione a Dabo nel 2007, che lo porterà alla prima detenzione di 4 mesi e il conseguente allontanamento dal mondo del City.
Un'altra detenzione arriva nel 2008 dopo esser stato coinvolto in un incidente al centro di Liverpool. Tutti questi episodi hanno avuto delle conseguenze nel suo percorso calcistico, che non gli hanno permesso di esprimere tutto il potenziale. Passò dal Newcastle al Qpr, per poi approdare in Francia dove ha fece una breve esperienza col Marsiglia. Terminò la sua carriera nel 2017 con la maglia del Burnley. E dopo 8 anni l'inglese torna a far parlare di se e, come spesso è accaduto, non per questioni meritevoli ma per fatti controversi e di violenza.
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