derbyderbyderby calcio estero La Fifa sceglie Iran-Egitto come “Pride Match” ai Mondiali. L’ira degli asiatici: “Ci opponiamo”

LA CONTROVERSIA

La Fifa sceglie Iran-Egitto come “Pride Match” ai Mondiali. L’ira degli asiatici: “Ci opponiamo”

La Fifa sceglie Iran-Egitto come “Pride Match” ai Mondiali. L’ira degli asiatici: “Ci opponiamo” - immagine 1
La decisione della Fifa: "Il calcio ha il potere unico di unire le persone al di là dei confini, delle culture e delle convinzioni". Ma gli asiatici sbottano
Alessandro Stella
Alessandro Stella

Il tanto atteso Mondiale americano non è ancora iniziato, ma già montano le prime furiose polemiche. L'ultima è quella che la FIFA ha innescato, scegliendo la gara tra Iran ed Egitto come "Pride Match LGBTQ+". Il match, valido per il girone D, si disputerà a Seattle il 26 giugno. In quella settimana la città statunitense ospiterà la Pride Week, la sentita kermesse utile per celebrare e promuovere la libertà di orientamento sessuale.

Da qui la decisione del massimo organo calcistico, che però è stata mal digerita dalle due nazioni coinvolte. Iran ed Egitto infatti sono infatti fortemente contrarie all'omosessualità e alla sua manifestazione. La Federazione asiatica, già ai ferri corti con la Fifa e gli Usa, intende contestare formalmente la scelta. "Ci opponiamo, è una mossa totalmente irrazionale a favore di un singolo gruppo specifico. Sia noi che l'Egitto non siamo favorevoli", ha dichiarato presidente federale dell'Iran, Mehdi Taj.

Iran ed Egitto contro il "Pride Match", la Fifa si difende

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La repubblica islamica, come noto, ritiene infatti i rapporti tra persone dello stesso sesso severamente vietati dalla Sharia (la "sacra legge"). Nel paese chi contravviene a ciò, rischia di essere punito con la pena di morte. In Egitto l'omosessualità non è criminalizzata, ma esistono vaghe "leggi morali" atte a reprimere le comunità LGBTQ+. In ogni caso al momento la Federazione calcistica egiziana non ha fatto pervenire proteste ufficiali sul "caso Seattle".

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La FIFA di Gianni Infantino, tramite un suo portavoce, sta provando a difendere la propria legittima decisione, che mira ad utilizzare il calcio come portatore di un messaggio inclusivo: "Il Pride Match è stato pianificato per celebrare gli eventi della Pride Week a Seattle e nello Stato di Washington. L’iniziativa vuole sottolineare l’impegno a creare un ambiente inclusivo e accogliente per tutti: giocatori, tifosi, residenti e visitatori. Il calcio ha il potere unico di unire le persone al di là dei confini, delle culture e delle convinzioni".

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Questa controversia riporta al ricordo di quelle, legate allo stesso tema, che ci furono ai tempi del Mondiale 2022 in Qatar. Il paese emiratino minacciò di sanzioni tutti quei giocatori che avessero indossato il braccialetto "OneLove" per manifestare solidarietà alle persone LGBTQ+. E la FIFA allora si accodò promettendo un'eventuale ammonizione in campo a tutti gli eventuali "trasgressori".