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La giornata numero 13 di Premier League ci restituisce la consapevolezza che il Manchester City di Guardiola rimane attaccato alle calcagna dell'Arsenal. I Gunners pareggiano nel sentito London derby in casa del Chelsea. E a proposito, se di Enzo Maresca non ne parla nessuno, lo facciamo noi. I Villans di Emery sono ufficialmente tornati, il Palace di Glasner perde terreno per l'Europa. Il Tottenham come ogni anno delude, precipita e Thomas Frank è già in discussione. Arne Slot vince in casa del West Ham e salva la panchina.
All'Etihad Stadium per il Manchester City è andata in scena una delle partite più facili della stagione sulla carta, ma sul rettangolo verde era in realtà una delle più difficili. Il Leeds a caccia di punti sopravvivenza ha interpretato alla perfezione il copione scritto da un regista che deve salvarsi un'annata difficile. Il City passa ava ti dopo appena 60 secondi con Phil Foden, uomo ritrovato e tornato a fare gol nel momento del bisogno. Dal gol di Foden al minuto 91 passa una vita e l'equlibrio della Premier League: il City di Pep Guardiola si porta sul 2-0, il Leeds rimonta e fa 2-2. Quando il pareggio sembra già scritto, ecco ancora Foden che decide di fare il regalo di Natale in anticipo ai tifosi Citizens. Gol al 91esimo, tre punti e saracinesca sul match. L'Arsenal pareggia a Stamford Bridge e Pep rosicchia punti. La Premier League rimane aperta.
Stamford Bridge ha ospitato, appunto, il derby londinese tra Chelsea e Arsenal. I Blues di Enzo Maresca hanno sbarrato la strada allo squadrone di Mikel Arteta che era reduce da sette gol rifilati rispettivamente a Tottenham e Bayern Monaco. Maresca ha preparato la partita come un geometra, preciso e rispettoso del quadrilatero. Tattico, impudente quando serve, e prudente al punto giusto per non perdere la brocca e la partita. Il suo Chelsea è terzo in classifica, ha vinto il Mondiale per club e gioca un calcio moderno. E pensare che l'anno scorso una parte dei tifosi del Chelsea lo avrebbe cacciato dall'ufficio di Stamford Bridge. Maresca lavora in maniera silenziosa, senza drammi e senza nemmeno toccare il cielo con un dito. L'equilibrio prima di ogni altra cosa.
Il Tottenham di Thomas Frank sembra quasi quello di Ange Postecoglou. Similitudini infinite per gioco e risultati, la folla storce il naso e mugugna. La classifica piange, la squadra dopo avere perso il North London derby doveva reagire, almeno in campionato, ma il Fulham ha rovinato il weekend degli Spurs. L'uscita avventurosa di Guglielmo Vicario con i compagni che restano a guardare, è forse l'emblema di una squadra smarrita che non ha fiducia nei propri mezzi. Frank dopo avere lasciato il West London e il Brentford rischia seriamente di compromettere un pezzettino di una carriera, che sin qui era stata celebrata sui libri si storia delle scuole ubicate vicino al vecchio Griffin Park. Da qui in poi, vietato sbagliare.
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