In questi tempi di revisionismo storico, di annebbiamento ideologico e derive autoritarie pericolose, ci arrivano buone notizie dalla Spagna. Un paese che sembra essere sempre più in controtendenza con l'Europa. La centralità democratica e repubblicana spagnola risulta essere aria fresca in un contesto stagnante. Infatti, proprio oggi la prima pagina della rivista Espresso è dedicata al primo ministro Pedro Sanchez, nominato persona dell'anno 2025. Un paese che non ha paura di fare i conti con la propria storia, rivendicando quotidianamente la posizione corretta all'interno della guerra civile degli anni '30. In questo contesto, l'Istituto Navarrese della Memoria è riuscito a recuperare le tracce genetiche di un dirigente dell'Osasuna: Ramón Bengaray Zabalza.
L'IDENTIFICAZIONE
Liga, identificati i resti di un dirigente dell’Osasuna assassinato dal regime franchista nel 1936

Chi era Ramón Bengaray Zabalza
—L'uomo identificato dall'Istituto ha assunto vari ruoli e identità nella sua vita. Nato nel 1896 a Garralda, si trasferisce a Pamplona nel 1905. La sua carriera si divide fra musica come baritono solista nell'Orfeon Pamplones e sport, divenendo giocatore di pelota basca e calciatore. Tra il '31 e il '35, lo spagnolo è in carica come membro del CDA dell'Osasuna. Scende in campo in politica nel 1936 (anno delle elezioni e del golpe militare di Franco), come Presidente del Fronte Popolare della Navarra, ottenendo 33.719 voti.

Dopo il colpo di stato franchista, Ramòn diviene ricercato e nello stesso anno viene arrestato il 21 Agosto insieme a Dionisio Gutierrez. L'arresto coincide con l'uccisione e l'anno dopo si procederà al sequestro dei beni e alla confisca della sua tipografia. Tuttavia, anche la moglie Ramona Zapatero non è immune alle sanzioni della dittatura. La vedova ha dovuto affrontare l'esilio con il rimpatrio forzato e una battaglia legale infinita per recuperare i beni sequestrati.
Come è avvenuta l'identificazione del dirigente dell'Osasuna
—L'identificazione è avvenuta prima di tutto con dei campioni genetici donati da un nipote residente in Argentina e localizzati dalla storica Esther Aldave, curatrice di una sua biografia e dal suo gruppo di ricerca. Sul decesso e l'incarcerazione non risultano esserci documenti o nomi su registri carcerari. L'unico pezzo di carta significativo è un articolo della stampa locale sull'arresto dei due.
Il riconoscimento del corpo del militante è avvenuto anche grazie all'ausilio di associazioni come Txinparta, AFFNA 36 e la Società delle Scienze di Aranzadi. Inoltre, di grande utilità è stata una testimonianza reale di un residente locale.
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