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Le azzurre di Soncin

L’Italia Femminile del “Cobra” Soncin: da Cantore a Giugliano, non c’è solo Girelli

Vincenzo Bellino
Vincenzo Bellino Redattore 
Alla scoperta dell'Italia Femminile: il cuore di Girelli, il coraggio del Ct Soncin ma non solo. Ora la sfida l’Inghilterra per un posto nella storia
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Le sconfitte non sono mai un fallimento. Spesso, le vittorie più grandi nascono proprio dalle delusioni più amare. La straordinaria cavalcata dell'Italia femminile, attesa questa sera dall'Inghilterra, nella semifinale degli Europei in Svizzera, affonda le sue radici in un percorso lungo e complesso.

La squadra guidata dal CT Andrea Soncin arriva da un biennio difficile. L’ultima apparizione al Mondiale del 2023, ancora sotto la guida di Milena Bertolini, non era andata come sperato. Dopo l’esordio vincente contro l’Argentina, era arrivata la pesante umiliazione contro la Svezia (5-0), seguita da una beffarda eliminazione nell’ultima gara contro il Sudafrica: sarebbe bastato un pareggio, ma un gol subito nei minuti di recupero premiò le africane e condannò le Azzurre. Quella delusione si aggiungeva alla precoce uscita dall’Europeo del 2022, dove l’Italia era stata eliminata già nella fase a gironi.

Due anni di lavoro, sacrifici e ricostruzione. Due anni in cui la squadra ha saputo rialzarsi, crescere e ritrovare fiducia. E ora, che l’obiettivo minimo è già stato superato, non resta che continuare a sognare. Perché sognare non costa nulla, ma crederci è fondamentale. Solo così si può davvero gettare il cuore oltre l’ostacolo, anche quando di fronte c’è una vera e propria corazzata. È il momento di scrivere qualcosa di leggendario.

Italia Femminile, Girelli nella Hall of Fame

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"Un minuto può essere un’infinità di tempo, se credi che in quel minuto le cose possano cambiare”. Così, in una recente intervista a Dazn Cristiana Girelli aveva commentato come in una partita di calcio, gli ultimi minuti possono rivelarsi determinanti nell'economia dell'incontro. E guardando com'è andata la sfida dei quarti di finale contro la Norvegia, in cui la capitana azzurra ha messo a segno una doppietta, salendo a quota 3 nella classifica marcatori della competizione, diventa quasi impossibile darle torto.

Cristiana è senza dubbio il simbolo di questa Nazionale. Con le ultime due le reti in azzurro salgono a quota 61 in 120 presenze. Ai record con la maglia dell'Italia, si aggiungono quelli personali con la maglia della Juventus, la sua squadra del cuore, oltre 137 in bianconero (220 totali in Serie A). Ad impreziosire ulteriormente la propria carriera sono i tanti trofei vinti: 10 scudetti (5 con la Juve, 3 col Verona, 2 col Brescia); 9 Coppe Italia, 11 Supercoppe Italiane. Non è un caso se la capitana è entrata di diritto nella Hall of Fame del Calcio Italiano. 

Tanta Juve tra le convocate, ma non solo

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Ma l'Italia non è solo . Tra le convocate, sicuramente domina la presenza bianconera, quasi un blocco compatto in stile Nazionale maschile anni ‘30 e ‘80: sette giocatrici della Juventus, tra cui Boattin, Salvai, Lenzini, e le giovani Beccari, Cantore, Schatzer. La Juve femminile, da quando ha esordito nella massima serie nel 2017, ha scritto un dominio senza pause: sei scudetti, quattro Coppe Italia, quattro Supercoppe, e una costante produzione di talento per la Nazionale.

Ma il gruppo azzurro è ben distribuito: Di Guglielmo, Linari (laureatasi nel ritiro della Nazionale), Giugliano e Greggi, colonne della Roma (l'unica squadra di tener testa negli ultimi 8 anni alla Vecchia Signora con due scudetti all'attivo); Durante e Severini, pilastri della Fiorentina; Laura Giuliani, ora al Milan dopo quattro titoli vinti in bianconero; Baldi, Serturini, Cambiaghi (Inter), e soprattutto Sofia Cantore, che ha lasciato Torino per diventare la prima italiana nella NWSL (National Women's Soccer League americana), firmando con le Washington Spirit (300.000 euro, una cifra record, l'ormai ex Juventus diventa l'atleta italiana più pagata, nell'ambito di un trasferimento, nel calcio femminile). In ogni zona del campo c’è esperienza, club di spessore e giocatrici nel pieno della maturità agonistica: una squadra costruita con fondamenta solide.

Il Ct: il "Cobra" Andrea Soncin

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Dare a Cesare ciò che è di Cesare. Cresciuto calcisticamente nel Venezia, club che ha guidato nel 2022 ad Interim dopo l'esonero di Paolo Zanetti, la carriera di Andrea Soncin è legata principalmente alla Sambenedettese, club con il quale si mette ufficialmente in mostra dal 2001 al 2003 in C2 (24 reti in 62 presenze), Atalanta (che lo acquista dalla Fiorentina nel 2005 dopo un'esperienza poco fortunata in Viola e i vari prestiti a Pistoiese e Lanciano; con 7 reti in 31 presenze contribuirà a riportare la Dea in massima serie nel 2006), ma soprattutto Ascoli (terzo miglior marcatore della storia del Picchio con 48 reti, al pari di Oliver Bierhoff).

Perchè è stato scelto dal presidente Gabriele Gravina dopo un periodo difficile per l'Italia Femminile dopo le cocenti delusioni mondiali ed europee col Ct Bertolini? Per il coraggio di guardare oltre. In un momento in cui tutti fuggivano, lui ha detto sì. Ha preso una squadra in frantumi e le ha restituito un'anima, partendo da un gesto simbolico: il ritorno di Sara Gama (esclusa dal Ct Bertolini all'ultimo Mondiale). Ha cucito insieme esperienza e gioventù, trasformando il caos in armonia tattica. Il suo 3-5-2 non è solo modulo, è un manifesto: fiducia, pressing, bellezza. Oggi l’Italia sorride, perché qualcuno ha avuto il coraggio di crederci quando nessuno lo faceva più.