derbyderbyderby calcio estero Mondiale 2026, Haiti si qualifica senza mai giocare in casa: ecco il motivo
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Mondiale 2026, Haiti si qualifica senza mai giocare in casa: ecco il motivo

Jacopo del Monaco
Jacopo del Monaco
Questa particolarità sulla Nazionale dell'America Centrale è dovuta dai tanti problemi che colpiscono il Paese
01:09 min

Negli ultimi giorni, la Nazionale di calcio dell'Haiti ha ottenuto la qualificazione al Mondiale del 2026. La compagine dell'America Centrale, grazie a questo risultato, tornerà a giocare la competizione internazionale dopo ben 52 anni. Tuttavia, la squadra ha particolarità: non gioca un match casalingo da quattro anni a causa di vari problemi presenti nel Paese.

Haiti al Mondiale 2026 senza mai giocare in casa per i problemi che stanno colpendo il Paese

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Nell'ultima sosta delle Nazionali di quest'anno, diverse squadre hanno conquistato il posto ai Mondiali del prossimo anno, che si terranno in Canada, Messico e Stati Uniti. Oltre a diverse compagini europee, tra cui la Norvegia di Haaland e la Scozia di McTominay, si sono aggiunte anche quelle che provengono dall'America Centrale. Tra queste, infatti, non solo troviamo il Curaçao, che diverrà la nazione più piccola di sempre a disputare i Mondiali, ma anche il Panama e l'Haiti, entrambe alla loro seconda partecipazione. I primi hanno debuttato nel 2018, mentre i secondi nel 1974 nell'edizione disputata nell'allora Germania Ovest.

La Nazionale haitiana, allenata dal francese Sébastien Migné, ha tra i suoi punti forti la solidità, la difesa ed il contropiede. La vittoria per 2-0 contro il Nicaragua grazie ai gol di Deedson e Providence ha permesso ai Grenadiers di conquistare il posto alla più importante competizione calcistica del mondo. Tuttavia, la squadra centroamericana non gioca una partita in casa dal 2021, quindi da quattro anni, per motivazioni che vanno oltre il calcio. Da diversi anni, infatti, il Paese ha attraversando una gravissima crisi sociale, la quale sta andando di pari passo con l'instabilità politica e le violenze, ormai, avvengono tutti i giorni. Le bande che sono in possesso di armi, tra l'altro, controllano Port-au-Prince circa al 90%, quindi si parla di ampie zone della capitale haitiana. Ciò ha portato anche all'occupazione, avvenuta nel mese di febbraio dello scorso anno, dello Stadio Sylvio Cator, impianto principale del Paese.