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Calcio e cultura

Real Madrid-Siviglia, El Clásico dell’arte: Prado vs Museo di Belle Arti

Silvia Cannas Simontacchi
Silvia Cannas Simontacchi
Il Museo del Prado rappresenta l’anima istituzionale e politica di Madrid, mentre il Museo di Belle Arti di Siviglia racconta una Spagna emotiva, religiosa e popolare
00:45 min

Madrid, sabato 20 dicembre, ore 21.00. Al Santiago Bernabeu è tutto pronto per la 17esima giornata di Liga spagnola. Blancos contro Hispalenses, in una sfida che non vale solo punti preziosi per i madrileni, al secondo posto in classifica e per i sivigliani, noni. Aspettando di goderci Real Madrid-Siviglia, abbiamo voluto immaginare una gara parallela per questo big match, in cui non si fronteggiano solo due grandi squadre ma anche due città, ognuna con il suo temperamento.

Madrid, la capitale, centro del potere politico, della corte e dell’ordine e Siviglia, simbolo del sud sensuale, della religione vissuta come spettacolo, del pathos che trabocca. I musei cittadini sono lo specchio di questo duello: il Prado come archivio della Spagna imperiale e il Museo de Bellas Artes come teatro dell’anima andalusa.

Real Madrid: il Prado e l’arte del potere

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Se dovessimo paragonare un club a un museo, il Real Madrid non potrebbe che essere il Prado. Qui il filo conduttore è l’autorità. Tra i suoi corridoi, dove si rischia di perdersi, ci sono quattro secoli di impero spagnolo, tutto proiettato verso le Americhe. Anche quando si racconta la crisi, la follia, il dolore, tutto sembra controllato, grandioso, ufficiale, come un dipinto a olio nella sua pesante cornice dorata.

E se il Real fosse il Prado, Kylian Mbappè sarebbe Las Meninas di Velázquez: il potere che si guarda allo specchio, fatto di corte, gerarchie e rappresentazione, è la capitale che si ammira e vuole essere ammirata dal resto del Paese. A fare da contrappunto, Jude Bellingham: il 3 maggio 1808 di Goya, la crepa nel sistema, la violenza che entra al museo, ma come atto lucido, politico.

Madrid è il Real: razionale, istituzionale, verticale. Il Prado, come la sua città, non chiede empatia, ma un filo di distacco e anche una vena di disincanto.

Siviglia: il Museo de Bellas Artes e l’arte della carne e dello spirito

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Nella luce abbacinante dell’Andalusia, cambia tutto. A Siviglia c’è meno corte e più strada, meno stato e più chiesa. Ma, soprattutto, più corpo. Seconda galleria d’arte più grande di Spagna, nella frescura del Museo de Bellas Artes, si può sfuggire alle visioni date dal caldo della canicola. Qui si incontrano le Madonne umane, i bambini poveri e i santi che sembrano incontrati tra i vicoli dei dipinti di Murillo: il volto più tenero, quotidiano e domestico della fede sivigliana.

Ma in Andalusia la fede è anche categorica: nel 2020, prima che il campionato di UEFA Europa League venisse interrotto per il COVID, qualcuno vaticinò che ad arrivare in finale sarebbe stata una squadra romantica, poi avrebbe vinto il Siviglia. Così fu, perché Siviglia non è solo il conforto di Murillo, ma anche l’ascetismo radicale e i silenzi densi di Zurbarán: una religiosità che si sente nello stomaco.

Siviglia è orizzontale, sensuale, teatrale. La sua arte non serve a spiegarla, perché qui la religione è un’esperienza fisica e condivisa. Nell’ombra dei corridoi del Museo de Bellas Artes regnano il dramma, il chiaroscuro e l’emozione esplicita. Proprio come allo stadio.

Real Madrid-Siviglia: la Spagna che governa e quella che sente

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Real Madrid-Siviglia non è solo una partita, ma anche un viaggio artistico e una lezione di geografia emotiva. È un confronto polarizzante tra due città e due modi opposti di essere spagnoli, entrambi impressi su tela. Madrid documenta la Storia, Siviglia la mette in scena. Il Prado racconta imperi e rivoluzioni, il Museo de Bellas Artes di santi, dolore e umanità. Un gioco di ruolo che si ricrea anche nel calcio.