È una Roma a due volti quella che si è vista fino ad ora. Se in Serie A ha convinto fino a conquistare la vetta della classifica, in Europa League la squadra di Gasperini ha avuto un rendimento altalenante. Dopo i due clamorosi ko contro Lille e Viktoria Plzen i giallorossi si sono riscattati contro i Rangers Glasgow ma oggi all'Olimpico si presenta l'imprevedibile Midtjyllanddi Mike Tullberg, la capolista della "fase campionato". Guai, dunque, a prendere la sfida sottogamba. Vediamo i moduli dei due allenatori.
Europa League
Roma-Midtjylland, l’angolo tattico: la fisicità di Gasperini contro la verticalità di Tullberg


Roma, miglior difesa in Europa ma un attacco che fatica a segnare
—Appena 6 reti subite in campionato. Nessuno come la Romain Europa. Un 3-4-3 che cambia in base alle impostazioni di gioco: eppure l'attacco fa grande fatica a segnare, merito dello schema impostato da Gian Piero Gasperini che si basa sulla collaborazione totale della squadra. Se a scardinare la difesa avversaria non riesce un attaccante allora ci pensa un centrocampista o un difensore. Come si è visto nell'ultima partita contro la Cremonese.
Un attacco che, però, deve al più presto trovare la via della rete, soprattutto in Europa League. Ancora di più oggi perché un passo falso può seriamente complicare la qualificazione alla fase finale della competizione. La Roma di Gasperini mantiene un possesso palla superiore alla media del 59,4%, meno solo di Inter e Como e concede pochi tiri in porta agli avversari. Durante la fase di possesso, i giallorossi attaccano lo spazio con inserimenti continui, che possono essere forniti da qualsiasi giocatore compresi i difensori.
Quando la palla è nella metà campo difensiva, in costruzione Ndicka e Mancini si allargano molto, con Hermoso che si alza sulla corsia esterna oppure che va a posizionarsi in mezzo al campo. Alternativamente uno dei centrocampisti, soprattutto Cristante, si può abbassare in linea con i difensori, formando una linea di difesa a 3, con davanti a loro, molto larghi, il braccetto e l’altro centrocampista, mentre i due esterni e i trequartisti vanno a ridosso della punta.
Nella fase di non possesso, invece, la squadra di Gasperini pressa con lo scopo di condurre l'avversario all'errore o al lancio lungo. Inoltre marcano a uomo, seguendo incessantemente il loro diretto avversario, senza il timore di uscire dalla propria linea. Un metodo di gioco che, per ora, non ha ancora avuto effetto in Europa League. Magari questa sera sarà la volta buona.

Midtjylland, il laboratorio tattico di Tullberg
—Quattro partite, quattro vittorie, 12 punti, 11 gol segnati e una media di 2,75 reti a gara. I numeri parlano chiaro. Non si può dunque pensare che il Midtjylland sia una specie di favola moderna, una squadra di provincia che vive un momento positivo. La squadra di Mike Tullberg non è una sorpresa, ma un sistema che funziona e in questa Europa League lo sta dimostrando con una lucidità quasi spietata.
Sturm Graz, Maccabi Tel Aviv, Nottingham Forest e Celtic sono state tutte travolte da una formazione che pressa, recupera alto e colpisce con precisione chirurgica. L'ultima partita contro gli scozzesi ne è la piena conferma: tre gol in appena otto minuti nel primo tempo. Frutto soprattutto della mentalità che Tullberg, con un passato nella Reggina, ha trasmesso ai suoi giocatori: giocare per comandare la gara.

Se Thomas Thomasberg garantiva equilibrio, controllo e solidità, Tullberg ha alzato il volume: più aggressività, più coraggio, più velocità. Il modulo di riferimento è un 3-4-2-1 che si trasforma costantemente in fase offensiva. La linea difensiva a tre funge da base per liberare gli esterni, mentre i due trequartisti agiscono tra le linee con libertà di movimento totale. Il risultato è un sistema dinamico, imprevedibile e difficile da leggere. La particolarità sta nel fatto che i danesi non attaccano in modo lineare, bensì destabilizzano anche prendendosi qualche rischio.
La chiave sta nella transizione: recupero palla e immediata verticalizzazione, pochi tocchi e ricerca rapida della profondità. Ed è qui che sta la novità, ovvero nel punto di riferimento. Stiamo parlando di Franculino Gluda Djú, attaccante classe 2004 fortemente cercato proprio dalla Roma, le cui armi micidiali si riversano nel cinismo sotto porta e nella velocità. I giallorossi, dunque, non affronteranno un'outsider ma una squadra consapevole di poter mettere i bastoni tra le ruote a chiunque. Anche a suon di goleada.
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