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C'è stato un tempo, in cui al Manchester City - a dominare il centrocampo - c'era Yaya Touré. Il centrocampista ivoriano è stato per anni il cuore del centrocampo dei Citizens, diventando, col passare del tempo un uomo simbolo della squadra blu di Manchester. Le sue giocate, il fisico possente e le lunghe progressioni lo hanno reso una vera e propria leggenda. Tutto, però, ha un inizio ed una fine. E, anche questa storia d'amore, lo ha avuto. Ma non è stato frutto del caso, anzi: l'arrivo in panchina di Guardiola ha inciso sul destino calcistico di Yaya Touré.
Il tecnico spagnolo, arrivato sulla panchina del City nel 2016, decise di relegarlo in panchina e di concedergli poco spazio, rispetto a quello a cui era abituato. Una scelta, che riporta a quello che accadde già qualche anno prima a Barcellona. L'ex allenatore del Bayern non ha mai avuto di buon occhio l'ivoriano e anche nell'esperienza inglese lo ha dimostrato. Touré, a distanza di anni, è tornato a parlare del suo rapporto con Guardiola e lo ha fatto senza mezzi termini: "Quando lo vedo non vedo un uomo, ma un serpente", parole di un certo peso e che rimarcano ancora di più, come il rapporto tra i due non sia mai sbocciato.
A Manchester leggenda e a Barcellona? Nel club catalano, Yaya Touré iniziò a dimostrare al mondo di cosa fosse capace, ma risultava un po' acerbo - in virtù della giovane età e della poca esperienza. Con Guardiola in panchina poteva essere l'occasione della vita di imparare e di apprendere tutto ciò che avrebbe insegnato. Ma, il tecnico spagnolo, non gli dava spazio. E questo, l'ivoriano, non l'ha mai digerito. Si è sentito "umiliato", come da lui riportato nell'intervista rilasciata al canale Zack su Youtube: "Mi disse: rimani con noi, mi servi. Sei importante per la squadra; poi mi lasciò a marcire in panchina", così Touré su Guardiola dopo il Mondiale del 2010. L'ex tecnico catalano aveva convinto l'ex centrocampista a rimanere, promettendogli spazio e minuti: una promessa che non venne mantenuta.
Touré decise di andarsene e trovò la sua occasione di diventare grande: il Manchester City. Qui divenne una leggenda, e ancora oggi lo è. Ma il finale della storia non è andato come desiderato: l'ivoriano, dal 2016 al 2018, giocò sempre meno, la causa? Proprio Pep Guardiola. L'ivoriano, stanco dell'affronto del proprio tecnico e, ormai vicino a chiudere la carriera, scelse di rimanere in Europa, all'Olympiakos, ma lontano dai ricordi di Manchester. Un addio amaro, che porterà amaramente sempre nel suo cuore. Ed è per questo, che Yaya Touré ha voluto concludere la sua intervista con queste parole marchiate da un pizzico di veleno: "Quando lo vedo, non vedo un uomo, ma un serpente".
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