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L'AMARCORD

Ben 75 anni dal primo Inter-Como: quando i lariani sconfissero i nerazzurri nel debutto a San Siro

Samuele Dello Monaco
La sfida si ripropone con premesse di classifica intriganti. L'Inter combatte per restare in scia scudetto, il Como è ormai una splendida realtà che punta all'Europa.
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Per trovare l'origine della rivalità e del fascino di Inter-Como, bisogna riavvolgere il nastro di settantacinque anni, fino al 14 maggio 1950. Era un’altra Italia, un altro calcio. Mentre il mondo si rialzava a fatica dal dopoguerra e il calcio italiano viveva l'epopea dei grandi attaccanti, andava in scena il primo atto ufficiale alla "Scala del Calcio" tra l’Inter e il Como. I lariani si affacciavano per la prima volta nella storia alla Serie A a girone unico. La classica matricola: sfrontata, orgogliosa, ma sulla carta vittima sacrificale al cospetto dei giganti. Dall'altra parte c'era l'Inter, una squadra costruita per dominare che schierava un attacco strepitoso. In quella primavera milanese, il pubblico di San Siro si aspettava una passerella trionfale.

Benito Lorenzi e altri giocatori dell'Inter (credits bt FC Internazionale Archive)

La prima sfida

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I nerazzurri, guidati da Giulio Cappelli, scesero in campo con il favore schiacciante del pronostico. C'erano in squadra fuoriclasse assoluti: l'olandese Faas Wilkes, Benito "Veleno" Lorenzi e la potenza di fuoco di Istvan Nyers. Sembrava impossibile che quella corazzata potesse inciampare contro i ragazzi di mister Mario Varglien, ex juventino che aveva plasmato un Como solido e battagliero.

Ma il calcio, quel giorno, decise di seguire un copione diverso. Il primo tempo fu uno shock per i padroni di casa. L'Inter attaccava, sbatteva contro il muro lariano eretto da Cardani e Travia, e si scopriva. Al 32', il silenzio calò su San SIro: Ercole Rabitti, attaccante rapido e opportunista, trovò il varco giusto per trafiggere il portiere nerazzurro Soldan. 0-1. Sugli spalti, lo stupore lasciava spazio ai mormorii e ai fischi.

Invece, nella ripresa, il Como non si limitò a difendere il fortino. Con cinismo, i lariani colpirono ancora. Al 65' (il 20° della ripresa), fu Vittorio Ghiandi a scrivere il suo nome nel tabellino, siglando il raddoppio che mandò in tilt la Beneamata. L'assalto finale dell'Inter fu furioso e disperato. Il gol della speranza arrivò solo all'81' con il solito Nyers, ma fu troppo tardi.

Istvan Nyers (credits bt FC Internazionale Archive)

Al fischio finale dell'arbitro Maurelli, il tabellone segnava un risultato che sapeva di impresa: Inter 1, Como 2. La vittoria comasca non fu solo un successo sportivo: fu la certificazione che il Como meritava quel palcoscenico. Avevano espugnato San Siro al primo tentativo ufficiale, guardando negli occhi i campioni e battendoli sul loro terreno.

Il presente di Inter e Como

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Settantacinque anni dopo, le due squadre si ritrovano per scrivere un nuovo capitolo.

La sfida si ripropone con premesse di classifica intriganti. Se l'Inter combatte per restare in scia scudetto, il Como non è più la "Cenerentola" della Serie A, ma una splendida realtà che punta all'Europa.