derbyderbyderby calcio italiano ESCLUSIVA – Arturo Di Napoli: “La Roma non è una sorpresa. Con Hojlund e Lucca ci vuole pazienza”

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ESCLUSIVA – Arturo Di Napoli: “La Roma non è una sorpresa. Con Hojlund e Lucca ci vuole pazienza”

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L'ex attaccante ha parlato di Roma-Napoli, degli esordi con la maglia dell'Inter e dei magici anni trascorsi a Messina. Re Artù ci ha raccontato la sua vita da talent scout, nominandoci un diamante grezzo da tenere d'occhio per il futuro.
Samuele Dello Monaco

Arturo Di Napoli, per tutti "Re Artù", incarna perfettamente l'archetipo dell'attaccante di talento che ha infiammato diverse piazze italiane tra gli anni '90 e 2000. Nato a Milano nel 1974 da famiglia partenopea, è cresciuto nelle giovanili dell'Inter, ma la sua carriera è stata un lungo viaggio nella provincia calcistica italiana, dove è diventato un idolo indiscusso. Realizza il sogno di vestire la maglia del Napoli, anche se la consacrazione arriva altrove. A Venezia, sotto la guida di Prandelli, forma una coppia letale con Maniero conquistando la Serie A. Tuttavia, è a Messina che scrive la storia: diventa il simbolo della rinascita, trascinando la squadra dalla Serie B a uno storico 7° posto in Serie A.

Arturo Di Napoli

MESSINA, ITLAY - MARCH 26: Arturo Di Napoli (sulla destra) del Messina esulta con Salvatore Aronica (al centro) e Rafael Renato Bondi (Photo by New Press/Getty Images)

Con la maglia giallorossa segna oltre 40 gol, regalando perle tecniche grazie al suo sinistro vellutato e a un fiuto del gol da vero rapace d'area. Ripete l'impresa a Salerno, portando i granata in B e vincendo la classifica cannonieri. Ai nostri microfoni, Arturo Di Napoli ha rilasciato una lunga intervista, trattando il big match della prossima giornata di Serie A tra Roma e Napoli, raccontandoci aneddoti della sua carriera e parlando del ruolo di talent scout che ricopre oggi.

Le parole su Roma-Napoli

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Domenica all'Olimpico va in scena un classico del nostro calcio, il Derby del Sole. La classifica e il percorso delle due squadre ci consegnano uno scontro diretto per la vetta. E’ più la sorpresa per il primo posto della Roma o lo stupore per le difficoltà del Napoli?

"Sono due squadre forti, con allenatori di grande temperamento. Non mi sorprende il rendimento della Roma, così come le difficoltà del Napoli. Gli imprevisti sono da mettere in conto nel percorso di crescita, gli infortuni o le squalifiche sono parte del gioco e vanno accettati".

Tu conosci bene Napoli per averci giocato e per le tue origini, una piazza che per passione e calore è molto simile a Roma. Avere alle spalle un calore così, in occasione di uno scontro diretto importante ma non cruciale, alimenta più tensione del dovuto?

"Sia Roma che Napoli sono due grandi città, quest'anno sono in lotta per il titolo ed è normale questo sostegno da parte dei tifosi. Per la Roma giocare in casa sarà un valore aggiunto, perché l'Olimpico ha dimostrato di essere veramente il dodicesimo uomo in campo".

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Rimanendo su Roma-Napoli, che senso ha per Gasperini insistere sul falso nove mentre Ferguson e Dovbyk faticano? E quanto è pesante per un attaccante non ancora maturo, come Lucca, o da rigenerare, come Hojlund, dover trascinare l’attacco di una squadra campione d’Italia?

"Nel calcio di oggi, soprattutto quando giochi per grandi obiettivi, non puoi avere un unico modulo. Devi saper variare in base agli infortuni o ai cali di forma. A volte sono semplicemente difficoltà di ambientamento, come Lucca, e devi trovare il modo di far esprimere ai giocatori tutte le loro qualità. Quando giochi più competizioni, è fondamentale valorizzare tutte le risorse, Lucca e Hojlund con il tempo saranno importanti per il Napoli".

La carriera e i ricordi di Arturo Di Napoli

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Sei nato a Milano e cresciuto con un sogno preciso: indossare la maglia dell'Inter. Quel sogno lo hai realizzato, esordendo in nerazzurro nel 1997. Guardandoti indietro oggi, cosa rappresenta per te quel capitolo della tua vita?

"L'Inter è famiglia, rappresenta passato, presente e futuro per chi ha la fortuna di indossare la maglia nerazzurra. Io l'ho fatto per anni nel settore giovanile, vincendo due titoli italiani. Esordire alla Scala del Calcio con la maglia dell'Inter è stato fantastico".

Arturo Di Napoli

Arturo Di Napoli con la maglia dell'Inter (credits by inter.it)

Dopo sei mesi in nerazzurro, sei stato in prestito a Vicenza ed Empoli, fino al trasferimento al Piacenza. Come si vive a livello umano il continuo spostamento da una squadra all’altra?

"E' normale vivere ogni avventura con entusiasmo. Ovviamente si spera di tornare sempre nella propria squadra per essere protagonista. E' importante sfruttare le occasioni per crearsi nuove possibilità".

Messina è stata il tuo regno. Lì sei diventato 'Re Artù', un idolo indiscusso capace di infiammare il San Filippo. Cos’hai trovato a Messina che ti ha dato la possibilità di esprimerti al meglio e di regalare tante gioie ai tifosi?

"A Messina abbiamo scritto pagine importanti della storia del club. Siamo tornati in Serie A dopo quaranta lunghissimi anni, sono il giocatore con più gol in Serie A con la maglia del Messina e questo mi rende estremamente orgoglioso. L'anno della promozione fu tutto perfetto, il gruppo era fantastico. All'interno della società e in città si creò un'atmosfera magica. Sono ricordi che vivranno per sempre dentro di noi".

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Walter Samuel dell'Inter e Arturo Di Napoli del Messina (Photo by New Press/Getty Images)

Oggi, guardando la classifica marcatori della Serie A 2025/26, notiamo un dato sorprendente: nei primi tre posti non c'è un centravanti puro. Troviamo centrocampisti, trequartisti o esterni d'attacco. Il ruolo del bomber sta scomparendo o si sta semplicemente evolvendo in qualcosa di diverso?

"I gol delle punte arriveranno, saranno sempre loro i capocannonieri. E' un momento particolare che passerà. Devo ammettere però che il troppo tatticismo sta andando a discapito della qualità. Avere in rosa giocatori che saltano l'uomo e creano superiorità è fondamentale. E sono importanti anche per le punte: la superiorità o i cross sono vitali per i grandi bomber, ma questo sta un po' mancando".

Il lavoro di scouting

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Sappiamo che sei molto impegnato come imprenditore e, soprattutto, hai aperto un'agenzia di scouting per scovare nuovi talenti. Come vivi questa veste? È più difficile oggi riconoscere un campione rispetto ai tuoi tempi?

"Fare scouting mi dà tantissimo entusiasmo.  Mi dà gioia trovare talenti nei posti sperduti e poter dar loro una possibilità. Purtroppo non è facile trovare una collocazione a tutti, spesso questi ragazzi non hanno dei video di presentazione e non li trovi da nessuna parte. Devi avere la disponibilità di un club, che ti dia fiducia e creda in ciò che proponi. L'Empoli l'ha fatto con Ank Asmussen, 2005, oggi in prestito al Rimini. Ha un talento puro, sta facendo il giusto percorso e grazie alla società è migliorato molto nei dettagli. Secondo me arriverà molto in alto, ne sentirete parlare".

Guardando ai prossimi anni, come vedi evolvere la tua figura professionale? Ti piace l'idea di consolidarti come punto di riferimento per i giovani o c'è qualche altro aspetto del mondo del calcio, magari dirigenziale, che ti stuzzica e che vorresti esplorare?

"Mi affascina dare un'opportunità a dei ragazzi pieni di talento, che magari nessuno conosce, che sono carichi di speranze. Sono felice quando posso dar loro consigli, tenendo a mente i miei errori del passato. Mi piace trasferirgli la giusta direzione e la giusta metodologia. Senza il sacrificio, anche il talento più puro rischia di perdersi".