derbyderbyderby calcio italiano ESCLUSIVA – Dossena: “Napoli-Juventus? Spalletti non merita fischi. Conte è una garanzia”

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ESCLUSIVA – Dossena: “Napoli-Juventus? Spalletti non merita fischi. Conte è una garanzia”

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Una carriera passata a macinare chilometri sulla fascia sinistra: Andrea Dossena - ora è un allenatore - ma non disdegna il ricordo di un lontano passato che lo ha reso uno dei top in Italia
Federico Grimaldi
Federico Grimaldi

In esclusiva - ai nostri microfoni - Andrea Dossena apre il cassetto dei ricordi con la naturalezza di chi il calcio l’ha vissuto davvero, sulla pelle e nel cuore. Racconta il suo periodo a Napoli, una città che lo ha adottato e trasformato, e torna con emozione a quella sfida epica contro la Juventus, il 3-0 firmato Cavani che ancora oggi gli illumina lo sguardo. Un ricordo riacceso anche dal presente: domenica 7 dicembre Napoli e Juve torneranno a fronteggiarsi, e per Dossena è come riascoltare una vecchia melodia che non perde mai forza. Ma l’ex terzino non vive solo di passato: osserva il calcio di oggi con lucidità, analizza allenatori, ritmi, VAR e un gioco che corre più veloce degli uomini che lo interpretano. Il suo racconto lasciato in esclusiva a DDD, diventa così un ponte tra ciò che è stato e ciò che il calcio sta diventando.

Esclusiva - Dossena: "Napoli-Juve partita spartiacque per la stagione"

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Andrea, Napoli–Juventus è una partita che richiama ricordi importanti anche nella tua carriera. Come la vivi e quali emozioni ti riporta?

"Personalmente Napoli-Juve mi evoca bei ricordi, come quel 3-0 con la tripletta di Cavani. A Napoli è una partita molto sentita. Domenica si affrontano due realtà diverse: un Napoli con grande entusiasmo, che ha ritrovato la vetta grazie a un’ottima gara contro la Roma, e una Juve che deve ancora trovare la sua identità dopo l’ennesimo cambio in panchina. Cambi di dirigenti e allenatori portano incidenti di percorso, nulla di compromesso, ma le motivazioni arrivano in modo diverso. Questa è una delle gare in cui devi tirare fuori qualcosa in più: le partite si decidono sugli episodi."

Il Napoli ha ancora la qualità necessaria per lottare per lo scudetto?

"Sì, perché ha ritrovato entusiasmo e ha esterni d’attacco con grande gamba come Neres e Lang. Dopo il periodo di buio è riuscito a rialzarsi. Il merito va anche ad Antonio Conte, che ancora una volta si è reso protagonista e ha aiutato la squadra ad uscire da un momento difficile".

Secondo te la partita potrebbe decidersi sulle fasce?

"Assolutamente sì. Si giocherà sugli esterni d’attacco più che sulle difese. Anche la Juve ha contromosse di grande velocità. Il Napoli ha quei due li davanti (Neres-Lang, ndr) che sono devastanti. I bianconeri, però, hanno ottimi esterni di difesa, come Kalulu e Cambiaso, che sono in grado di arginarli.

Quando pensi alla tua esperienza a Napoli, qual è l’emozione più forte?

"La vittoria della Coppa Italia resta indelebile. In quella stagione ci qualificammo in Champions dopo tanti anni, ma portare quel trofeo a Napoli e - soprattutto - battere quella Juve era quasi impossibile, ma ci siamo riusciti, e il ricordo rimane vivo.

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Dossena: "Conte una garanzia per il Napoli. Mentre Spalletti..."

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Napoli-Juventus è anche Conte contro Spalletti. Che idea hai di loro due?

"Conte è una garanzia. Spalletti ha sempre marchiato le proprie squadre, ma ha bisogno di tempo per lavorare. È un allenatore top, deve relazionarsi con i ragazzi e fare le sue valutazioni, ma purtroppo questo tempo spesso non gli viene dato."

Tra i due allenatori chi sta incidendo di più sulle proprie squadre?

"Conte ha avuto un impatto immediato, portando solidità e risultati. Spalletti sta lavorando con continuità e professionalità, ma ha bisogno di tempo per imprimere il suo marchio. Gasperini a Roma è un esempio di come l’impatto di un allenatore possa essere devastante anche senza avere subito la squadra ideale".

Spalletti è l’uomo giusto per rilanciare la Juventus? E come giudichi la possibilità che ci possano essere dei fischi per lui a Napoli?

"Spalletti è un allenatore top, uno che marchia sempre le sue squadre. Deve avere il tempo di lavorare, anche se purtroppo so già che non gliene verrà dato abbastanza. Ha lasciato Napoli da eroe, dopo aver riportato uno scudetto che mancava da una vita, e non è passato a una diretta concorrente: per questo non merita i fischi. Sarebbe profondamente ingiusto. La Juve invece è in una fase in cui deve ritrovare identità: troppi cambi, dirigenti e allenatori diversi. Incidenti di percorso normali. Ma Spalletti è l’uomo giusto per costruire nel tempo."

"Da Malesani fino a Gasperini: ecco chi ha inciso di più nella mia carriera"

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C’è un allenatore che più degli altri ha lasciato un segno nella tua crescita personale, dentro e fuori dal campo? 

"Ne ho avuti tanti: Malesani, Gasperini, Marino e Mazzarri. Malesani è stato fondamentale, mi ha fatto esordire e mi ha guidato nella carriera. L'ho avuto tre volte e devo dirti che è cambiato nel corso degli anni: a Verona tirava giù lo stadio, a Palermo era più soft. Gasperini e Marino, invece, mi hanno insegnato intensità e disciplina, mentre Mazzarri era eccellente nella gestione dello spogliatoio".

Giocare in piazze importanti come Udine, Napoli e Liverpool ti ha permesso di formarti come uomo?

"Assolutamente sì. Esperienze in città con grandi pressioni e aspettative mi hanno aiutato a crescere non solo come calciatore, ma anche come persona, imparando gestione della pressione e professionalità.

Durante la tua carriera hai giocato anche nel Liverpool. In questa stagione la squadra di Slot sta sorprendendo per i risultati negativi che stanno arrivando. Qual è il problema principale del club oggi? Che idea ti sei fatto?

"Il livello della Premier è altissimo, basta un calo di intensità per soffrire. Il rapporto tra Salah e Klopp non era idilliaco e ora la squadra paga anche alcune perdite e mancanze di vento in poppa. Spesso spendere tanto non garantisce vittorie immediate.

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Dossena e il suo calcio: tra famiglia, lavoro e i modelli che lo hanno ispirato

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Andrea, quanto è stato determinante il tuo fisico nella carriera e quanto lo è stato, invece, il tuo percorso personale?

"Ho avuto la fortuna di avere un fisico performante negli anni e ho cercato di sfruttarlo al massimo. Ma l’uomo che sono oggi lo devo alla mia famiglia: è lì che nasce tutto."

“Com’è cambiata, rispetto ai tuoi tempi, l’attitudine dei giocatori verso il lavoro quotidiano?

“L’attitudine non è cambiata, ma oggi si fanno meno sciocchezze rispetto ai nostri tempi: basta una foto fuori posto per rischiare di rovinarsi la carriera. Allora non esisteva andare dal mister a dire di essere stanchi, non era nemmeno contemplato.”

Nel tuo modo di allenare, a chi ti ispiri maggiormente?

"Non mi ispiro a un solo tecnico. Sul piano tattico mi piace Sarri, su quello fisico Gasperini. Ma come figura completa, Conte è una vera ispirazione."