derbyderbyderby calcio italiano ESCLUSIVA – Rossini: “Atalanta, con Palladino miglioramento evidente. Scamacca grande attaccante”

LE DICHIARAZIONI

ESCLUSIVA – Rossini: “Atalanta, con Palladino miglioramento evidente. Scamacca grande attaccante”

Rossini
L'intervista esclusiva all'ex centravanti dell'Atalanta (tra le altre) che ha analizzato la stagione dei nerazzurri fino a questo punto, per poi rivivere alcuni momenti del passato
Filippo Montoli
Filippo Montoli

Dopo un inizio di stagione da dimenticare (almeno in campionato), l'Atalanta ha ingranato una marcia diversa con il cambio allenatore. L'esonero di Juric, sostituito da Palladino, sembra aver portato i frutti sperati, ma è ancora molto presto per dare un giudizio. Adesso, inoltre, arriva una serie di partite impegnative che permetteranno di capire quanto il problema iniziale sia stato risolto. Di questo e di altro ha parlato in esclusiva ai nostri microfoni Fausto Rossini.

Rossini, ex attaccante, ha cominciato la carriera proprio vestendo i colori della Dea, arrivando a Bergamo da giovanissimo e facendo tutta la trafila delle giovanili. Il tutto è culminato con l'esordio in Serie A nella stagione 1996/97. Da quel momento e fino al 2003 è rimasto all'Atalanta, dove, come è lui stesso a confessare, sarebbe rimasto ancora per molti anni fosse dipeso da lui. Rossini ha poi giocato con Bologna, Sampdoria, Udinese, Catania, Livorno, Bellinzona e Como. Oggi ha cambiato vita, dedicandosi a tutt'altro, ma l'amore per il calcio non lo ha mai abbandonato e parlandoci è emerso chiaramente.

Rossini: "Con Palladino la svolta c'è stata e il recupero di Scamacca è ottimo"

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Partiamo dall'Atalanta di oggi. Dopo 9 anni di Gasperini, che ha portato la squadra stabilmente nella parte alta della classifica, era immaginabile che il cambio in panchina avrebbe potuto portare a risultati diversi. E così è stato. La scelta di Juric non è stata capita da molti. Tu come la hai valutata?

"Per caratteristiche di gioco e visto che è stato un suo giocatore e un suo allievo poteva essere la scelta giusta. I giocatori sono gli stessi che c'erano prima, quindi non saprei dire il motivo del brutto inizio. Forse stimoli diversi, oppure allenatori che riescono a far rendere dei giocatori meglio che altri allenatori. Questa è l'unica cosa che mi viene in mente".

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Adesso è arrivato Palladino che ha dato una svolta immediata, nonostante il passo falso di Verona. In Champions League è quinta e davanti ha quattro delle squadre più forti al mondo. Può il tecnico innanzitutto portare l'Atalanta in zona europea? Mentre in Champions fin dove si può spingere?

"Dopo il primo tempo di Napoli non mi sembrava di vedere alcuna differenza, poi meglio dal secondo tempo. La partita di Verona è da dimenticare, ma soprattutto per merito degli avversari che hanno fatto una grande partita e che comunque sono sempre riusciti a mettere in difficoltà le squadre affrontate. La vittoria sulla Fiorentina lo dimostra. Ma il miglioramento con Palladino è evidente. In Champions League è difficile andare tanto avanti con le squadre che ci sono. Secondo me con Gasperini poteva anche sognarla, ma con Palladino no. In campionato può invece ambire senza dubbio alla zona europea".

Tra i giocatori rivitalizzati c'è sicuramente Scamacca. Quanto è merito di Palladino (d'altronde era anche lui un attaccante) e in generale che giudizio dai dello Scamacca centravanti.

"Secondo me è un grandissimo giocatore. La svolta si vede soprattutto nell'atteggiamento in campo. Rientrato dall'infortunio era evidente che fosse un po' intimorito di potersi far male di nuovo. Poi ha iniziato a fare sempre più minuti e l'essere tornato a segnare lo ha aiutato ancora di più mentalmente. Il merito di Palladino è avergli dato fiducia. Magari non è ancora pronto fisicamente al 100%, ma mentalmente è al 110".

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Il periodo natalizio coincide con una serie di partite molto delicate. Dopo il Genoa arrivano Inter, Roma e Bologna. Queste partite sono sufficienti per valutare la vera opera di Palladino o è comunque troppo presto? 

"Un po' di tempo di adattamento è comunque necessario. La squadra però gioca insieme da diverso tempo e quindi i giocatori si conoscono bene. Sicuramente non sono partite facili, anche se per esempio la Roma ha giocato bene con il Como ma ha fatto molta fatica a segnare. L'Inter con il Genoa ha avuto la fortuna di sbloccarla subito, perché i liguri con De Rossi li ho visti molto bene. Il Bologna ha a suo favore un allenatore molto bravo come Italiano".

Rossini: "La doppietta a San Siro è indimenticabile"

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Arriviamo a te. Hai iniziato la carriera professionistica proprio con l'Atalanta. Quanto è stata importante per te la Dea?

"Sicuramente tanto. Io sono arrivato a Bergamo in prima superiore. Ho fatto prima un anno di transizione al Margine Coperta, succursale dell'Atalanta, e poi tutte le giovanili dei nerazzurri fino alla Serie A. Non posso non esserne grato".

Di tutte le stagioni in maglia nerazzurra, qual è il ricordo più bello? Mentre qual è il rimpianto più grande?

"Il ricordo più bello è ovviamente la doppietta a San Siro contro il Milan il giorno del mio compleanno. Il rammarico, che però non dipese da me, è dell'ultimo anno. Dopo la retrocessione io sarei rimasto senza problemi con la squadra. Lo richiesi anche più di una volta. Ma l'allenatore che arrivò non volle tenermi. Sarei rimasto a Bergamo altri 10 anni".

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C'è un aneddoto in particolare che vorresti raccontare su un ex compagno o un ex allenatore?

"L'aneddoto è proprio sull'esordio in Serie A con Mondonico. Era un Atalanta-Roma del maggio 1997 e stavamo perdendo 3-0. Mondonico mi chiama e mentre sono a bordocampo pronto a entrare mi dice: 'Dai, se fai 3 gol da domani giochi sempre titolare'. Parlando di allenatori non posso non ricordare Vavassori. Con lui abbiamo fatto un paio d'anni dove 8/11 della squadra era cresciuta nelle giovanili. Ci conoscevamo tutti molto bene ed era divertente vederci giocare, pur non puntando ai piazzamenti alti".

Rossini: "Retegui è il presente dell'Italia, mentre Esposito è il futuro"

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Tu sei stato attaccante in un momento storico in cui in Italia eravamo pieni di campioni. Ti chiedo quale sia oggi il centravanti di cui la Nazionale non può fare a meno e quale invece dei più giovani ha tutte le caratteristiche per diventare il punto di riferimento in futuro?

"Per le ultime partite è certamente Retegui l'attaccante che non deve mancare all'Italia per poter fare bene. Per il futuro dico Esposito dell'Inter. Chi potrebbe essere utile alla Nazionale è Lucca, perché nel gioco aereo è molto bravo. Ai miei tempi c'era molta più competizione. Per arrivare a indossare la maglia azzurra ricordo che dovevi avere almeno 100 presenze in Serie A. Adesso si va a pescare anche dalle categorie inferiori fin da subito. L'Atalanta aveva il miglior settore giovanile d'Italia quando arrivai io, perché c'era un responsabile che già dai 6-7-8 anni puntava sull'insegnare a giocare a calcio. Adesso se guardi le Primavere delle principali squadre di Serie A vedi davvero troppi stranieri. È venuto quindi sempre meno il lavoro nelle giovanili".

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"Ho preso un'altra strada, ma quando vedo un pallone..."

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Oggi gestisci e lavori con tua moglie in un'azienda di cosmetici che fa soprattutto smalto per unghie. Ritieni chiuso il capitolo calcio o la porta è sempre aperta?

"Non lo considero chiuso, ma ho deciso di puntare su altro. Il calcio ovviamente lo amo ancora. Lunedì ho fatto una partita di beneficenza e il giorno dopo ero in giro con le stampelle. So che non ce la faccio più e che le ginocchia non mi permettono più di farlo. Ma quando vedi un pallone è difficile resistere".

Hai parlato di una partita di beneficenza. Vuoi raccontare di cosa si trattava e dove si è disputata?

"Era per l'evento 'Un calcio al tumore', organizzato a Bergamo dalla Guardia di Finanza. C'erano ex calciatori, personalità pubbliche e gli allievi dell'accademia delle Fiamme Gialle. L'obiettivo è quello di comprare con il ricavato un software che grazie all'Intelligenza Artificiale è in grado di diagnosticare e curare i tumori. L'evento era infatti in collaborazione con l'ospedale Giovanni XXIII che sarà uno dei primi quattro in Europa a disporre di questo fondamentale strumento".