derbyderbyderby calcio italiano Florenzi racconta: “Le minacce di De Rossi… il più folle? Nainggolan”
Il racconto

Florenzi racconta: “Le minacce di De Rossi… il più folle? Nainggolan”

Stefano Sorce
Stefano Sorce
L'ex terzino della Roma e del Milan ripercorre la sua carriera condividendo ricordi legati alla scelta della Roma da giovanissimo, agli anni nell’Under 21 e ai grandi campioni incontrati
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C’è una carriera che si costruisce a colpi di allenamenti, sacrifici e scelte fatte da ragazzino quasi d’istinto, seguendo più il cuore che la testa. Quella di Alessandro Florenzi è una storia fatta di sogni coltivati sui campi di periferia, di promesse mantenute sul prato dell’Olimpico e di spogliatoi condivisi con alcuni dei più grandi campioni del calcio moderno. Un percorso intenso, vissuto sempre a tutta velocità, che oggi diventa racconto intimo tra ricordi divertenti e momenti carichi di emozione. Nel corso di un’intervista concessa alla Gazzetta dello Sport, Florenzi ha ripercorso alcuni dei passaggi più significativi della sua carriera: dall’infanzia calcistica e le prime scelte decisive fino ai rapporti con i compagni più celebri incontrati lungo il cammino, condividendo aneddoti leggeri, memorie personali e riflessioni sincere.

Dal cuore di Trigoria allo spogliatoio: il racconto di Florenzi

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Da ragazzino era conteso tra Lazio e Roma, ma la decisione arrivò subito: “I miei mi dissero di scegliere dove mi sentissi meglio. Appena uscito da Trigoria capii che quello era il posto giusto. Non immaginavo certo che ci avrei passato quasi tutta la carriera”. Uno dei ricordi più divertenti riguarda il periodo nell’Under 21, durante una trasferta in Svezia nel 2013 per le qualificazioni europee: la squadra non voleva rinunciare al rito della partita alla PlayStation prima delle gare. Trovate tv incompatibili in albergo, fecero una colletta e comprarono sul momento un gigantesco televisore, che finirono persino per portarsi dietro fino all’aeroporto, dove continuarono a giocare in attesa del volo. Un gesto scaramantico che funzionò: il giorno dopo vinsero e segnarono lui, Insigne e Immobile.

Parlando dei grandi campioni con cui ha condiviso lo spogliatoio, Florenzi non ha dubbi: Totti, Ibrahimovic, Neymar, Mbappé e Di Maria: li metto davanti a tutti. Io resto in panchina ad applaudire”. Indimenticabile anche il legame con la Roma e con la nonna Aurora. Racconta che prima della sfida contro il Cagliari nel 2014 le promise che, se avesse segnato, sarebbe salito sugli spalti per abbracciarla, promessa mantenuta. Al rientro in campo, però, arrivò l’ammonizione e il rimprovero scherzoso ma energico di De Rossi: “Mi disse che avevo fatto una cosa incredibile, ma che se avessi preso un altro giallo mi avrebbe ammazzato davanti a tutti. Parlava come uno sceriffo: sul momento mi gelai, poi a fine gara abbiamo riso”.

Sul rapporto con l’ambiente romanista, Florenzi ammette che non tutto è stato semplice: “Ci sono state incomprensioni, ma non ho mai risposto alle critiche. Ho sempre cercato di parlare con il campo e con il rispetto per la maglia. Quando incontro i tifosi sento ancora tanto affetto”.  Infine, alla domanda su chi fosse il compagno più “folle”, risponde senza esitazione: “Nainggolan, in senso buono. "Vale per cinque persone. Vive ogni cosa al massimo, dentro e fuori dal campo, ma quando gioca mette una grinta e una ferocia incredibili. Se dovessi andare in battaglia, sceglierei sempre lui”.