Ieri c'è stata la prima partita di Rino Gattuso sulla panchina dell'Italia. L'esordio dell'ex allenatore di Milan e Napoli è stato più che positivo. Contro l'Estonia, la nazionale azzurra si è imposta per 5-0: le reti sono state di Kean, Raspadori, Bastoni e la doppietta di Retegui. Per questa partita, sono stati convocati per la prima volta Francesco Pio Esposito, attaccante dell'Inter, e Giovanni Leoni, difensore del Liverpool. Il primo, è riuscito ad esordire in nazionale, subentrando a ridosso del novantesimo al posto di Moise Kean. Per l'altro, magari, ci sarà possibilità durante la sfida con l'Israele, in programma lunedì sera nello stadio neutro di Debrecen, in Ungheria.
Leoni ed Esposito
Italia, il nuovo che avanza: ecco Leoni ed Esposito

Esposito e Leoni sono i primi nuovi convocati del nuovo corso di Gattuso: rispettivamente classe 2005 e 2006, tutti e due hanno fatto già esperienza nelle selezioni giovanili della nazionale italiana.
In cerca del centravanti perfetto
—Si palesa ormai da anni una carenza di giovani italiani, arruolabili per la nazionale. Per evitare di sborsare tanti milioni, i club italiani di massima serie preferiscono optare per calciatori stranieri, che riempiono in percentuale maggiore tutte le squadre di serie A. Inoltre, non si segnalano da tanto tempo ormai, giocatori che provengono dalle categorie inferiori e riescono ad imporsi in club importanti. Il gap con i campionati esteri è evidente, e quel che è più dannoso è la mentalità italiana ad inficiare sui giovani. D'altronde, l'Italia non è un paese per giovani, e questo lo dimostra ogni classifica, dall'occupazione lavorativa alle presenze in nazionale.
Il problema più importante, a proposito di pallone, è stato quello di trovare un attaccante che segni. Il primo ad essersi posto seriamente questo problema, dopo la vittoria all'Europeo ed il cambio generazionale, è stato Roberto Mancini. Dacché poteva contare su Immobile e Belotti, doveva trovare altre soluzioni.
Mancini è andato a pescare Retegui, che prima di approdare in Italia, giocava per una squadra argentina che non balza agli onori dei palmares sudamericani. Sempre il tecnico marchigiano, pensava di convocare Andrea Compagno, attaccante italiano, che in patria non ha mai superato la serie D. L'attaccante palermitano era stato inserito nella lista preliminare prima delle sfide contro Inghilterra e Malta. Compagno ha trovato fortuna all'estero: prima a San Marino, poi Romania, Cina e oggi Corea del Sud. Sempre Mancini, alla continua e disperata ricerca di un attaccante, convocò e fece esordire Joao Pedro, attaccante brasiliano del Cagliari.

Italia, guarda avanti senza retorica
—Anche se mister Gattuso ha risposto che "In Italia non si trovano più ragazzini che giocano per strada" per giustificare la mancanza di talenti bianco-rosso-e verde, il problema è sempre lo stesso: che nella penisola non si da fiducia ai giovani, e devi fare gavetta. La gavetta è sacrosanta, ma i risultati si vedono: i giovani non ci sono.
Nella squadra campione d'Italia, hanno esordito recentemente Vergara ed Ambrosino. Due napoletani, uno di Frattaminore e l'altro di Procida, tutti e due classe 2003. Prima che mister Conte si imponesse per la loro permanenza, si continuava a pensare "Devono farsi le ossa"... A 21 e 22 anni... Vergara ha giocato con la Reggiana, Ambrosino col Frosinone. Lamine Yamal, 2007, non si è mai fatto le ossa nelle Reggiane e nei Frosinoni di turno, eppure non sembra affatto che le ossa non ce le abbia. Italia, c'è il nuovo che avanza, guarda avanti e dai fiducia ai giovani. Senza retorica. Che Leoni ed Esposito siano i primi di una lunga serie. Auguri!

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