derbyderbyderby calcio italiano Milan-Sassuolo, dal campo alla tavola: chi vince la sfida gastronomica?

calcio gourmet

Milan-Sassuolo, dal campo alla tavola: chi vince la sfida gastronomica?

Milan Sassuolo
In Milan-Sassuolo i calciatori spariscono e scendono in campo i piatti tipici: risotto, cotoletta e panettone per i rossoneri, tortellini, gnocco fritto e lasagne per gli emiliani. Una partita gastronomica tra eleganza lombarda e golosità emiliana
Silvia Cannas Simontacchi
Silvia Cannas Simontacchi

Milano, domenica 14 dicembre, ore 12.30. Alla Scala del calcio è tutto pronto per la quindicesima giornata di Serie A. Nelle cucine lombarde ed emiliane, invece, è pronto… in tavola. Aspettando di goderci Milan-Sassuolo, abbiamo voluto immaginare una gara parallela, in cui, almeno per un giorno, i piatti della cucina tipica prendono il posto dei calciatori e la sfida tra rossoneri e neroverdi si trasforma in un duello gastronomico, dove la tattica si scrive con il burro, la trazione anteriore profuma di ragù, e le sostituzioni sono porzioni extra.

Se il prato di San Siro fosse una tovaglia, le due formazioni sarebbero così apparecchiate: sotto la Curva Sud, il Milan, elegante e burroso come la sua tradizione lombarda; dall’altra parte, il Sassuolo, esuberante e sincero come l’Emilia.

Primo tempo: il Milan schiera l’eleganza burrosa della tradizione

Milan Sassuolo
—  

I padroni di casa scendono in campo con un 4-3-3 studiato al millimetro, come un risotto perfettamente mantecato. In porta, il mascarpone: morbido, vellutato, rassicurante. Non è il tipo di portiere che vola tra i pali, ma basta una cucchiaiata e qualsiasi problema diventa risolvibile. La difesa è un muro di polenta e zola: compatta, granitica, con quella vena erborinata che non lascia scampo. Accanto, la cassöeula: elaborata e ipercalorica, un piatto di sostanza che tiene la linea come un difensore vecchia scuola.

A centrocampo, comanda lui, il risotto allo zafferano, faro tecnico e golden boy della squadra, luminoso come la Madonnina nelle sere di nebbia. Ai lati ha due mezzali affidabilissime: la cotoletta alla milanese, croccante e sempre sul pezzo, e la trippa alla milanese, capace di intimorire qualsiasi avversario con il peso della sua memoria storica.

L’attacco è tutto di cuore: ossobuco con gremolada a sinistra, ricco ma allo stesso tempo fresco e agrumato, e il riso e latte a destra, avvolgente e sorprendentemente tecnico. Punta centrale: il panettone, un top player internazionale, capace di andare in rete in ogni mese dell’anno, alla faccia dei puristi che lo vorrebbero relegare alla stagione natalizia.

Ricco, burroso, elegante: il Milan è servito.

Secondo tempo: il Sassuolo risponde con l’entusiasmo emiliano

Milan Sassuolo
—  

Ma il neopromosso Sassuolo ci tiene a fare bella figura, e schiera un 4-2-3-1 energico, che profuma di pianura e di domenica in famiglia. Tra i pali, con la maglia numero uno, c’è lo gnocco fritto: vaporoso, reattivo, capace di parare e ripartire nello stesso gesto e pronto a tuffarsi senza paura (preferibilmente nella crema di parmigiano, accompagnato dai salumi).

La linea difensiva è la prova di quanto anche la provincia sappia il fatto suo: tigelle sulle fasce, leggere e versatili, due veterani a fare da centrali: coppa e mortadella, carismatici, comunicativi e goderecci come l’antipasto del Cenone di Natale. A centrocampo, un duo inamovibile: le lasagne alla bolognese, in tutto lo splendore della loro intensità, e i tortellini in brodo come play basso.

Sulla trequarti agiscono tre fantasisti: gli agili e imprevedibili cappelletti al ragù; l’erbazzone, il jolly, e il parmigiano reggiano 24 mesi, capace di aggiungere qualità alla squadra già solo entrando in campo. Come unica punta, il cotechino con il purè: uno schiacciasassi, semplicemente inarrestabile.

Milan-Sassuolo: raffinatezza vs generosità

—  

Chi vince tra Milano e l’Emilia? È un confronto polarizzante fino all’ultima portata: il dolce. Panettone con crema al mascarpone, accompagnato da un calice di bollicine per i milanesi, elegante, modaiolo e sicuro di sé, contro la zuppa inglese degli emiliani, coloratissima, teatrale e un po’ vintage.

La raffinatezza burrosa e precisa della Milano sotto le Feste incontra la generosità calorica e chiassosa di Sassuolo. In campo, come sempre, vince chi segna. A tavola, invece, vince chi mangia.