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Oggi, sabato 5 aprile, si gioca più di un semplice derby lombardo. Monza-Como è il crocevia di due stagioni agli antipodi: da una parte la disperazione di chi ha ormai poche speranze, dall’altra la voglia di chiudere un capitolo e cominciarne uno nuovo, tutto da scrivere. Il Como arriva all’U-Power Stadium con 30 punti e un’occasione troppo ghiotta per lasciarsela sfuggire: mettere al sicuro la salvezza e iniziare, concretamente, a costruire il proprio futuro.
Il Monza, invece, è con un piede e mezzo in Serie B. Ultimo con 15 punti, reduce da un ko netto a Cagliari (3-0), il gruppo guidato da Alessandro Nesta sembra aver ormai esaurito benzina. Le statistiche parlano chiaro: solo due vittorie in tutto il campionato, appena 24 gol fatti e 52 subiti. Una stagione da dimenticare, che solo un miracolo sportivo potrebbe ribaltare. Ma proprio queste condizioni rendono la sfida ancora più insidiosa per i lariani. Il derby non guarda la classifica. Non fa sconti. E in 90 minuti può trasformarsi in trappola, se sottovalutato.
Il Como lo sa bene: all’andata finì 1-1, con gol di Engelhardt e Caprari, e la partita fu tutt’altro che semplice. Oggi, però, lo scenario è diverso. E per la squadra di Fabregas è arrivato il momento di fare il salto. Una vittoria significherebbe arrivare a 33 punti, un bottino che – visti i risultati delle avversarie dirette – potrebbe valere l’allungo decisivo verso la permanenza in Serie A. Un traguardo che a Como non viene vissuto come un punto d’arrivo, ma come il trampolino verso qualcosa di molto più ambizioso: il progetto lariano guarda lontano.
Lo dimostrano i fatti: dopo aver investito 97 milioni nella stagione in corso, i fratelli Hartono – la proprietà più ricca del calcio italiano – sono pronti a metterne altri 100 sul tavolo. Il Como vuole essere protagonista. Non più una meteora. E tutto passerà dalla continuità, a partire dalla panchina. Cesc Fabregas è il centro del nuovo corso. L’ex centrocampista di Arsenal e Barcellona, appena 38enne, è già stato sondato da mezza Europa: dal Bayer Leverkusen allo Stoccarda, passando per Milan e Roma. Ma il Como ha fatto muro perchè Fabregas non si tocca: è lui l’uomo da cui ripartire, e non solo a parole. Sotto contratto fino al 2028, rappresenta la visione moderna, internazionale e coraggiosa del club.
Il percorso, però, passa anche dai piccoli grandi ostacoli quotidiani. Come quello di sabato. Vincere in trasferta contro una rivale storica, avrebbe un peso enorme anche dal punto di vista psicologico. I numeri sorridono ai lariani: su 73 precedenti complessivi, il Como ha vinto 25 volte, contro 22 del Monza e 26 pareggi. Ma sarà solo la seconda volta che si affronteranno in Serie A. Entrambe le squadre hanno segnato solo cinque gol su palla inattiva, dato che evidenzia un limite comune. E c’è di più: il Como ha perso gli ultimi quattro derby lombardi. Servirà quindi lucidità e concretezza. Insomma, oggi non si gioca solo per i tre punti. Per il Como, è il momento di smettere di guardarsi alle spalle e iniziare a guardare oltre perché l’Europa, oggi lontana, potrebbe diventare realtà molto prima del previsto. Ma prima, bisogna completare l’opera. E Monza è l’ultima pietra da mettere al suo posto.
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