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Luciano Spalletti e Gian Piero Gasperini sono due fra gli allenatori più importanti del nostro secolo calcistico. Rispettivamente 66 e 67 anni, eppure rimangono tuttora gli innovatori più grandi degli ultimi anni. 1 Scudetto col Napoli per il toscano, 1 Europa League il piemontese. Le loro sono storie che si intrecciano, entrambi con dei passati più o meno importanti con l'altra squadra.
Il Gasp, oltre ad esserci passato da calciatore, con i bianconeri ha portato a casa la vittoria di un trofeo Viareggio (2003) con la primavera juventina. Luciano invece ha conquistato 2 Coppa Italia e 1 Supercoppa italiana con la Roma. Inoltre, l'allenatore di Grugliasco è stato molto vicino a tornare sulla panchina torinese nell'estate appena trascorsa. I due sono dei veri e propri guru della scuola calcistica italia. Negli ultimi anni l'Atalanta di Gasperini ha creato una vera e propria scuola di seguaci fedeli alla difesa a 3 e alla marcatura uomo su uomo.
Spalletti è sempre stato un uomo più da difesa a 4 ma questi mesi ha dovuto mediare con una situazione molto difficile, proseguendo per tappe. I suoi primi momenti con la casacca bianconera sono stati infatti caratterizzati dal 3421, tanto caro a Tudor (in un certo senso, allenatore dalle tendenze gasperiniane). Solo con il recupero di alcuni elementi come Bremer e Rugani, in queste ultime settimane si è parlato di un ritorno di fiamma del 4231 (utilizzato per pochi minuti col Pafos). Tuttavia, Juventus-Roma di stasera dovrebbe rimanere sullo scontro speculare fra i due 3421.
La prima fase di possesso della Juventus viene gestita dall'abbassamento di Locatelli fra i centrali o dalla qualità di Koopmeiners (squalificato) utilizzato come braccetto sx. Il gioco poi può essere sviluppato sia lateralmente con l'ampiezza dei trequartisti Yildiz e Conceiçao o nei mezzi spazi centrali occupati da Cambiaso, McKennie e Thuram. La tendenza offensiva è quella sia di isolare le ali, molto abili nel dribbling (Conceiçao è nel 98 percentile per dribbling riusciti e nel 98 per conduzioni progressive*) per l'1 vs 1.
L'interscambio fra trequarti ed esterni è fondamentale. Il gioco di gestione degli spazi è stato chiave nella gara contro il Bologna. McKennie ha creato numerosi grattacapi con la sua posizione di esterno che rimane dentro il campo, liberando l'ampiezza per il portoghese. Tuttavia, anche la sua lettura della situazione opposta ha avuto una grande importanza, soprattutto quando c'era bisogno della sua sovrapposizione. Questi continui movimenti e contromovimenti hanno dato una svolta decisiva alla fluidità di una squadra che finora è sempre sembrata piuttosto rigida.
Un'altra mossa importante che ha dato un grosso vantaggio nell'ultima vittoria è stata la ricerca della palla oltre i centrali. La linea difensiva di Italiano è molto alta e spesso i centrali vanno in difficoltà (tecnica o fisica) nella copertura delle palle filtranti. Dato che anche la Roma difende uomo su uomo, tenendo alti i propri centrali, questo potrebbe essere uno strumento da non sottovalutare. Come punta titolare si parla non a caso di Lois Openda, decisivo nel suo ingresso col Bologna. La sua rapidità e lettura dei passaggi lunghi gli permettono di essere molto abile con le squadre che difendono in questa maniera. Le difficoltà in copertura di ampi spazi per i centrali romanisti sono aggravate dalla mancanza dell'uomo più abile in questo fondamentale, cioè N'Dicka.
La Juventus contro il Bologna ha dato ottimi segnali anche in fase di non possesso. Sicuramente c'è da tenere in considerazione la spossatezza atletica dei felsinei, ma il lavoro asfissiante di riaggressione bianconera è stato molto produttivo. Mettendosi su una specie di 442, gli scorrimenti e le scalate in pressione funzionavano alla perfezione. L'intensità del pressing alto bianconero è risultata essere quindi decisiva (vedasi l'ultima occasione conquistata dalla ferocia di Openda su Holm). Inoltre, quando la prima fase di pressione veniva elusa, la Juventus si è dimostrata estremamente compatta, chiudendo e riducendo bene la distanza fra le linee e producendo una grande densità che ha complicato le trame di gioco rossoblù.
La Roma di Gasperini ha avuto un'identità tattica chiara fin dal primo momento. Il mister piemontese ha optato per un 3421 scegliendo i suoi titolari e riabilitando un redidivo Mario Hermoso (in dubbio per stasera). I giallorossi costruiscono e sviluppano soprattutto sulle catene laterali (in alternativa si cerca la palla diretta su Ferguson/Dovbyk). Sulle fasce sono costanti e incessanti gli interscambi di posizione fra esterno-centrocampista-braccetto-trequartista. I centrali si alzano, i centrocampisti si allargano, gli esterni vanno in profondità e i trequartisti tagliano dentro per giocare il pallone.
Con questi movimenti e contromovimenti, la lateralità viene sovraccaricata, producendo sempre densità e una superiorità numerica col pallone. Il gioco può svilupparsi spesso con le sovrapposizioni, con le triangolazioni, con la profondità dettata dalla punta e con gli inserimenti nei mezzi spazi di braccetti (Celik/Mancini/Hermoso) o centrocampisti (Koné/Cristante). Uno strumento utilizzato spesso dalle squadre di Gasperini è senza dubbio il cross, con il riempimento dell'area da parte dell'altro esterno, dei trequartisti e delle punte.
Il tecnico piemontese è famoso per il suo stile di non possesso particolarmente intenso e asfissiante. La Roma quest'anno conta una delle migliori difese europee, grazie anche al grande lavoro di Mile Svilar (sta dominando le statistiche avanzate per gol subiti e percentuali di salvataggi: 99 percentile per entrambe le categorie). Tuttavia, la solidità difensiva deriva anche e soprattutto dal modo di difendere giallorosso. La Roma marca a uomo su tutto il campo, non devono esserci spazi per l'avversario per costruire in maniera ordinata e sensata. Ciò permette anche di subire pochi xG durante le partite.
Come citato in precedenza, questo approccio determina l'avere una linea difensiva molto avanzata, proprio per recuperare palla il prima possibile. L'aggressione delle marcature è particolarmente alta, non deve presentarsi il rischio di essere bucati o saltati, avendo poi tutto il campo libero verso la porta a disposizione. L'intensità del pressing giallorosso è misurabile con l'indice PPDA (passaggi dell'avversario prima di un'azione difensiva), dove si trova in cima concedendo solo 6.1 passaggi, il dato più basso della Serie A.
*Dati FBref stagione 2025-26
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