Mondiale 2026, l’appello di Gattuso: “Fermiamo il campionato per i playoff”

Prima l'Irlanda del Nord e poi, eventualmente, una tra Bosnia e Galles. L'Italia questo pomeriggio ha conosciuto le avversarie che dovrà affrontare nel cammino verso il Mondiale 2026, un appuntamento al quale gli azzurri non prendono parte ormai dal 2014. Non si può rischiare un terzo fallimento e per questo il tecnico della Nazionale, Gennaro Gattuso, ha lanciato un appello.

Mondiale 2026, Gattuso chiede più tempo per preparare il playoff

Un solo obiettivo: tornare a rivivere le emozione di giocare nel Mondiale. Un evento dove l'Italia ha scritto molte pagine di storie ma dove non riesce a prendere parte da ben 12 anni. Troppo tempo per una nazionale che nella sua storia ha alzato la coppa ben 4 volte. Le delusioni contro Svezia e Macedonia del Nord devono assolutamente servire da lezione. Il sorteggio è stato in fin dei conti favorevole per la squadra di Gattuso ma, appunto, guai a prendere la situazione alla leggera. Ancora una volta.

Come da calendario, l'Italia affronterà l'Irlanda del Nord il 26 marzo e, se riuscirà a vincere, dovrà disputare la finale contro Galles o Bosnia, in ogni caso fuori casa. Subito dopo il sorteggio, il tecnico della Nazionale è intervenuto ai microfoni dove ha parlato dell'Irlanda del Nord definendola "un'avversaria alla nostra portata". Poi ha parlato soprattutto dell'aspetto mentale dei suoi ragazzi, e per questo motivo non li marcherà stretto: "Ora voglio lasciar stare i ragazzi, ci dobbiamo riprendere dalla figuraccia di San Siro domenica".

La sfida contro i nordici è stata l'ultima del 2025. L'Italia, dunque, non scenderà in campo fino al 26 marzo, ovvero nel giorno della semifinale. Appuntamento al quale Gattuso vuole farsi trovare al massimo della condizione. Ed è per questo che ha fatto un appello alla FIGC: "Vediamo se ci danno una data, ma penso che un paio di giorni ce li diano - ha dichiarato l'ex Milan - La verità è che noi siamo all’11ª giornata e con i ragazzi ci rivedremo direttamente alla 30ª. C’è bisogno di vedersi, di prendere un tè, fare due chiacchiere, stare insieme, anche con quelli che giocano all'estero".