derbyderbyderby calcio italiano serie a Sassuolo, la neopromossa che non si limita a “sopravvivere”: identità, risultati e continuità

Forti ambizioni

Sassuolo, la neopromossa che non si limita a “sopravvivere”: identità, risultati e continuità

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La sensazione è che il Sassuolo non è tornato in Serie A per fare presenza: ma per essere riconosciuto, di nuovo, come una squadra dalle idee chiare
Redazione Derby Derby Derby

Quando una neopromossa parte bene, spesso la reazione istintiva è ridurre tutto a “entusiasmo” o a qualche episodio favorevole. Il Sassuolo, invece, sta dando l’impressione opposta: una squadra che ha riportato in Serie A il proprio standard di gioco, senza farsi schiacciare dalla categoria, e che – giornata dopo giornata – sta costruendo una classifica coerente con ciò che si vede in campo. Dopo 15 partite i neroverdi sono noni con 21 punti, con 20 gol fatti e 18 subiti: numeri da metà alta, soprattutto se letti con la lente della continuità e della qualità degli avversari affrontati.

Un avvio da squadra vera, non da sorpresa passeggera

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Il contesto aiuta a capire quanto pesi questo avvio. In alto la corsa è serratissima: Inter, Milan e Napoli viaggiano in un fazzoletto di punti e ogni inciampo cambia il volto della classifica. In un campionato così tirato, una neopromossa che si piazza stabilmente nella colonna sinistra non lo fa per caso: lo fa perché ha un’idea e la ripete con disciplina.

È qui che il Sassuolo sta convincendo: non solo risultati, ma ripetibilità della prestazione. Le gare non sono tutte uguali, certo; però il filo conduttore si riconosce. La squadra sa quando alzare i giri del pressing e quando abbassarsi senza andare nel panico, sa come “sporcare” le linee di passaggio centrali e, soprattutto, sa come ripartire con pochi tocchi quando recupera palla.

Le partite simbolo: personalità contro i grandi e cinismo con le dirette concorrenti

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Tre fotografie raccontano bene questo inizio.

La prima è il pareggio a San Siro contro il Milan: 2-2 in una partita in cui il Sassuolo è andato avanti presto, ha incassato la rimonta e ha avuto la lucidità di rimetterla in piedi con un gol nel secondo tempo, strappando un punto pesante su un campo dove molte squadre “normali” finiscono per abbassare la testa.

La seconda è la capacità di capitalizzare in casa quando serve: il 3-1 alla Fiorentina è un esempio di come il Sassuolo stia trasformando il Mapei in un luogo “utile”, non solo gradevole. A questo si aggiunge un altro segnale forte: il Sassuolo ha mostrato di poter alzare il livello contro avversari di fascia superiore, attirando attenzione anche fuori dall’Italia per prestazioni di grande impatto, in particolare quando i suoi uomini chiave riescono a incidere con continuità.

In sintesi: non vive di un unico exploit, ma alterna colpi di prestigio e punti “da mestiere”. È spesso lì che si misura la differenza tra un’avventura emozionante e una stagione solida.

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L'impronta di Grosso e il valore della stabilità

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Un’altra chiave è la panchina. Fabio Grosso ha guidato la risalita e sta trasferendo in Serie A una gestione pragmatica: coraggio sì, ma con una struttura. La sensazione è che l’idea non sia “fare la partita sempre e comunque”, bensì scegliere i momenti. E, per una neopromossa, saper selezionare i momenti è quasi più importante che dominare il pallone.

Questa stabilità si vede anche nell’uso dei leader tecnici. Domenico Berardi, quando è disponibile, non è solo un “nome”: è un regolatore emotivo, uno che dà senso alle scelte finali e tiene alta l’asticella dell’ambizione. Non a caso, il suo profilo continua a essere raccontato come quello di una bandiera rara nel calcio moderno. Anche quando non è al 100%, la sua centralità (e ciò che rappresenta nello spogliatoio) resta un fattore.

Perché il Sassuolo piace (anche agli addetti ai lavori)

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C’è un motivo se, nel racconto quotidiano del campionato, il Sassuolo finisce spesso dentro lo stesso discorso che include le big e le outsider più credibili: è una squadra che produce dati, episodi e trame interessanti da analizzare. Nel mare di statistiche, letture tattiche e contenuti che accompagnano la Serie A, dai match report alle comparazioni numeriche, i neroverdi sono diventati un caso di studio perché uniscono organizzazione e talento, senza perdere leggerezza. Non è un caso che la squadra di Grosso sia diventata una delle favorite per un posizionamento in Europa a fine annata secondo le quote per le scommesse serie A su DomusBet. Non più una semplice neopromossa o una potenziale Cenerentola ma una vera e propria “minaccia” per gli equilibri del campionato.

Cosa può cambiare nella seconda metà di stagione?

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La domanda vera, adesso, è la sostenibilità. Non tanto fisica (la rosa regge), quanto mentale: restare fedeli all’identità anche quando arrivano due risultati storti, o quando gli avversari iniziano a preparare le partite in modo più “chirurgico” contro di te. Se il Sassuolo manterrà la stessa continuità mostrata fin qui, l’obiettivo realistico diventa una salvezza tranquilla molto anticipata - e, a quel punto, perché non guardare anche alla zona che profuma d’Europa, almeno come orizzonte motivazionale?

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Per una neopromossa, non è poco. È il segnale che il Sassuolo non è tornato in Serie A per fare presenza: è tornato per essere riconosciuto, di nuovo, come una squadra con idee chiare e risultati all’altezza.