Christopher Nkunku è uno dei talenti più affascinanti del calcio europeo. Nato a Lagny-sur-Marne, in Francia, il 14 novembre 1997, Nkunku ha iniziato la sua carriera calcistica nelle giovanili del Paris Saint-Germain, per poi trasferirsi al RB Lipsia nel 2019. In Germania ha brillato per la sua versatilità offensiva, la tecnica sopraffina e la capacità di adattarsi a diversi sistemi di gioco. Le sue prestazioni straordinarie gli hanno permesso di attirare l'attenzione di club di élite, tra cui il Chelsea, dove ha giocato per due stagioni. Adesso il trasferimento al Milan, dove cercherà di mettere a disposizione la sua tecnica e le sue qualità.
L'intervista
Nkunku, ESCLUSIVA Gabriel: “Talento versatile, ha bisogno di un allenatore che creda in lui”

LONDON, ENGLAND - FEBRUARY 25: Christopher Nkunku of Chelsea celebrates scoring his team's first goal by blowing up a blue balloon during the Premier League match between Chelsea FC and Southampton FC at Stamford Bridge on February 25, 2025 in London, England. (Photo by Justin Setterfield/Getty Images)

Per conoscere meglio il francese, abbiamo avuto il piacere di parlare con Yvonne Gabriel, giornalista sportiva di spicco e Chief Reporter per Bild, una delle principali testate giornalistiche tedesche. Yvonne si è specializzata nella copertura delle vicende sportive legate al RB Lipsia e alla nazionale tedesca. La sua esperienza e la profonda conoscenza del calcio tedesco le hanno conferito una posizione di rilievo nel panorama giornalistico sportivo. In questa intervista, Gabriel condivide la sua prospettiva su Christopher Nkunku, analizzando le sue qualità tecniche, il suo impatto al Lipsia e le prospettive future al Milan.

"Nkunku può giocare in tutti i ruoli dell'attacco"
—Che tipo di giocatore è Nkunku? Puoi descrivere le sue caratteristiche principali e cosa lo ha reso così decisivo durante il suo periodo al Lipsia?
"Uno dei suoi maggiori punti di forza è che può giocare in qualsiasi posizione offensiva: può giocare sulle fasce, può fare la punta centrale, ruolo che ha ricoperto anche al Lipsia con Nagelsmann, e può giocare da numero 10, adattandosi molto, molto velocemente. Per me questo è stato il fattore principale che lo ha reso così decisivo al Lipsia, perché aveva molta libertà in campo. Nagelsmann gli lasciava la libertà di esprimere il suo calcio, ed è proprio questo un tratto tipico del gioco dell'allenatore tedesco".
In quale assetto tattico pensi che Nkunku possa esprimere al meglio le sue qualità?
"Nkunku ha avuto diversi allenatori. Ha giocato con Nagelsmann, ma anche con Tedesco, con cui ha vissuto un periodo davvero positivo, segnando molto. Con Tedesco la squadra giocava in modo diverso, ad esempio spesso con una difesa a tre, mentre con Nagelsmann il sistema era il 4-3-2-1, che rimane ancora oggi lo schema principale del Lipsia".
"Con Tedesco, invece, Nkunku ha giocato anche come “falso nove”, quindi da punta centrale. Direi che questa è una delle sue grandi caratteristiche: Nkunku può adattarsi a qualsiasi sistema, che sia un 4-3-2-1 o un 4-2-3-1. In quest’ultimo caso, per esempio, poteva giocare dietro l’unica punta o fare lui stesso il centravanti".
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— AC Milan (@acmilan) August 28, 2025
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Considerando le sue stagioni straordinarie in Bundesliga, credi che Nkunku possa replicare al Milan i numeri e le prestazioni che lo hanno fatto brillare al Lipsia?
"Per me Nkunku è sempre stato un ragazzo piuttosto timido, molto introverso. Non è il tipo che entra in una stanza e attira subito l’attenzione, è una persona più tranquilla. Ho sempre avuto la sensazione, ai tempi del Lipsia, che avesse bisogno di qualcuno che credesse in lui, di sentire fiducia per poter rendere al meglio".
"Per questo il suo passaggio al Chelsea mi ha un po’ sorpreso: al Chelsea c’erano (e ci sono) tantissimi giocatori e non era facile per lui sentirsi a suo agio. Al Lipsia, invece, era fondamentale avere un buon rapporto con l’allenatore e vivere un ambiente positivo. Con Nagelsmann e con gli altri tecnici ha sempre avuto un’ottima relazione: loro credevano molto in lui, e questo gli ha permesso di brillare".

"Il francese deve migliorare nei colpi di testa e nella continuità"
—In quali aspetti del suo gioco Nkunku deve ancora migliorare per fare un ulteriore passo avanti nella sua carriera?
"Al Lipsia lui ha sempre detto che i colpi di testa erano uno dei suoi principali punti su cui migliorare. Aveva, per esempio, sessioni di allenamento speciali solo per lui, dedicate a esercitarsi su questo fondamentale. Inoltre ti dico anche la continuità, quindi il riuscire a essere un elemento importante nella squadra per un periodo più lungo. Come avete visto al Chelsea, non è stata una situazione ideale per lui".
"Nkunku è ambizioso e per questo adesso va al Milan: il suo grande obiettivo era fare bene nella nazionale francese. Questo è anche il motivo per cui ha deciso di lasciare il Chelsea, per giocare più partite, segnare di più e avere una possibilità di partecipare ai Mondiali l’anno prossimo. Questo è ciò che ho sentito dall’entourage di Nkunku: vuole andare ai Mondiali e per farlo ha bisogno di minuti in campo".
Quale valore aggiunto, sia tecnico che mentale, può portare Nkunku al Milan di Allegri?
"Guardando alle sue qualità tecniche, è brillante, davvero brillante con la palla. E naturalmente anche senza palla è stato uno dei suoi punti di forza principali al Lipsia, perché il loro modo di giocare si basava molto sul pressing e sul gioco senza palla. Non mi sorprende infatti che si sia pensato di riportarlo al Lipsia dal Chelsea, perché era perfetto per il sistema di gioco dei tedeschi: sempre attivo, sempre pronto a recuperare la palla, molto veloce, bravo con il pallone e, come detto, eccezionale negli uno contro uno".
"Inoltre, come ho già detto, è davvero una brava persona. Può sembrare un’osservazione banale o semplice, ma è davvero un ragazzo molto valido, che lavora ogni giorno per migliorarsi. È un giocatore positivo per la squadra. Per fare un confronto, al Lipsia abbiamo situazioni con giocatori come Xavi Simons, che hanno un carattere molto difficile, mentre Nkunku non è affatto così. È una persona molto umile e non è il tipo che vuole mettersi in mostra per sé stesso: è sempre concentrato sul gruppo. Era così al Lipsia e posso immaginare che sia ancora la stessa persona".
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