All'esordio sulla panchina della nazionale, Gattuso ha vinto. Ieri l'Italia ha battuto per 5-0 la nazionale dell'Estonia nella partita valida per le qualificazioni Mondiali del 2026. Quella di Bergamo è stata la vittoria azzurra numero diciassette per 5-0: la prima, in una lontanissima amichevole contro la Svizzera in trasferta a gennaio del 1927, in cui l'Italia si impose per 1-5. Quella più recente, prima di ieri sera, il 5-2 contro la Macedonia del Nord all'Olimpico due anni fa, con Spalletti allenatore.
IL FOCUS
Gattuso, buona la prima: che sia l’inizio di uno splendido percorso italiano

Gennaro Gattuso, allenatore della nazionale italiana, festeggia la vittoria contro l'Estonia durante la partita di qualificazione alla Coppa del Mondo FIFA 2026 tra Italia ed Estonia allo Stadio di Bergamo, il 5 settembre 2025 a Bergamo, Italia. (Foto di Emmanuele Ciancaglini/Ciancaphoto Studio/Getty Images)

Buona la prima quindi per Rino Gattuso che, alla prima da commissario tecnico, restituisce grinta e spirito di sacrificio persi, nell'ultimo periodo Spallettiano: il tecnico toscano, scudettato col Napoli nel 2023, è stato esonerato dopo la vittoria contro la Moldavia lo scorso giugno.
I campioni del 2006, generazione di fenomeni ma non di allenatori

Gattuso non era la prima scelta. Il presidente Gravina, aveva sondato la disponibilità del sempreverde Ranieri, che aveva restituito al mittente il corteggiamento federale. Poi, voci timide su Cannavaro e De Rossi, prima di virare con decisione su Gattuso. Ad oggi, Gattuso è, fra i campioni del mondo del 2006, colui il quale ha la il curriculum da allenatore più lungo.
In ordine di ruolo, Buffon ha appeso i guanti al chiodo recentemente ed è capodelegazione della nazionale. Peruzzi ha lasciato il mondo del calcio e si dedica alla caccia ed alla pesca. Amelia è, da dicembre, l'allenatore del Sondrio in serie D. Zaccardo è agente di calciatori. Cannavaro ha fatto bene in Cina, meno bene in Croazia ed al Benevento, abbastanza bene in Arabia e ad Udine. Nesta ha allenato in Canada e in squadre di serie B italiane. Materazzi ha allenato tre anni in India, nove anni fa. Remota esperienza anche per Zambrotta, fra Svizzera, India e Cina. Grosso, oggi, allena il Sassuolo in A.
Pirlo ha allenato con scarse fortune la Samp, oggi allena negli Emirati Arabi. De Rossi ha allenato la Spal e la Roma. Camoranesi è un globetrotter della panchina: Messico, Argentina, Slovenia, Malta e ora Cipro, all'Anorthosis. Perrotta è consigliere federale. Fra gli attaccanti, Totti e Toni non hanno mai allenato così come Del Piero e Iaquinta; l'unico attaccante allenatore è Gilardino, che oggi siede sulla panchina del Pisa.
Gattuso, buona la prima

All'Italia serviva qualcuno che restituisse ai giocatori la dignità di vestire la maglia della Nazionale, bistrattata e sottovalutata da almeno una decina d'anni. Non in tutta la Nazione si fa il tifo per l'Italia: la descrizione del tifoso si vede soltanto nei grandi eventi. Un altro dato che allontana i tifosi dall'Italia è che le partite si svolgono sempre negli stessi stadi. Questa è sociologia, col pallone aggancia tanto ma a Gattuso non serve per qualificarsi ai Mondiali. L'Italia deve portare avanti il concetto di continuità e di ricerca del talento. La carenza di campioni italiani è oggettiva, l'esordio di Esposito e la convocazione di Leoni sono gocce nel mare, che è fatto per lo più da stranieri che dominano la serie A e di italiani che arrancano nelle categorie inferiori.
I giocatori bravi possono essere convocati anche dall'altra parte del mondo, purché facciano bene. Il principio è quello. E la partita vinta con l'Estonia fa ben sperare per una nazionale che abbia l'impronta del suo allenatore: combattivo e mai domo. L'Italia ieri non solo ha vinto con tanti gol ma ha giocato con fame e con voglia di dimostrare superiorità. Che sia, quindi, l'inizio di un percorso pregno di questi valori. Cultura del lavoro, spirito di sacrificio e soprattutto ambire alla vittoria.
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