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Gattuso, buona la prima: che sia l’inizio di uno splendido percorso italiano

Michele Bellame
Michele Bellame Redattore 
Il tecnico ha subito imposto un gioco d'attacco e con fiducia verso i propri uomini, che non si sono fatti intimidire dalle tante pressioni dei tifosi che pian piano si stanno riavvicinando alla Nazionale
01:27 min

All'esordio sulla panchina della nazionale, Gattuso ha vinto. Ieri l'Italia ha battuto per 5-0 la nazionale dell'Estonia nella partita valida per le qualificazioni Mondiali del 2026. Quella di Bergamo è stata la vittoria azzurra numero diciassette per 5-0: la prima, in una lontanissima amichevole contro la Svizzera in trasferta a gennaio del 1927, in cui l'Italia si impose per 1-5. Quella più recente, prima di ieri sera, il 5-2 contro la Macedonia del Nord all'Olimpico due anni fa, con Spalletti allenatore.

Buona la prima quindi per Rino Gattuso che, alla prima da commissario tecnico, restituisce grinta e spirito di sacrificio persi, nell'ultimo periodo Spallettiano: il tecnico toscano, scudettato col Napoli nel 2023, è stato esonerato dopo la vittoria contro la Moldavia lo scorso giugno.

I campioni del 2006, generazione di fenomeni ma non di allenatori

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Gattuso non era la prima scelta. Il presidente Gravina, aveva sondato la disponibilità del sempreverde Ranieri, che aveva restituito al mittente il corteggiamento federale. Poi, voci timide su Cannavaro e De Rossi, prima di virare con decisione su Gattuso. Ad oggi, Gattuso è, fra i campioni del mondo del 2006, colui il quale ha la il curriculum da allenatore più lungo.

In ordine di ruolo, Buffon ha appeso i guanti al chiodo recentemente ed è capodelegazione della nazionale. Peruzzi ha lasciato il mondo del calcio e si dedica alla caccia ed alla pesca. Amelia è, da dicembre, l'allenatore del Sondrio in serie D. Zaccardo è agente di calciatori. Cannavaro ha fatto bene in Cina, meno bene in Croazia ed al Benevento, abbastanza bene in Arabia e ad Udine. Nesta ha allenato in Canada e in squadre di serie B italiane. Materazzi ha allenato tre anni in India, nove anni fa. Remota esperienza anche per Zambrotta, fra Svizzera, India e Cina. Grosso, oggi, allena il Sassuolo in A.

Pirlo ha allenato con scarse fortune la Samp, oggi allena negli Emirati Arabi. De Rossi ha allenato la Spal e la Roma. Camoranesi è un globetrotter della panchina: Messico, Argentina, Slovenia, Malta e ora Cipro, all'Anorthosis. Perrotta è consigliere federale. Fra gli attaccanti, Totti e Toni non hanno mai allenato così come Del Piero e Iaquinta; l'unico attaccante allenatore è Gilardino, che oggi siede sulla panchina del Pisa.

Gattuso, buona la prima

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All'Italia serviva qualcuno che restituisse ai giocatori la dignità di vestire la maglia della Nazionale, bistrattata e sottovalutata da almeno una decina d'anni. Non in tutta la Nazione si fa il tifo per l'Italia: la descrizione del tifoso si vede soltanto nei grandi eventi. Un altro dato che allontana i tifosi dall'Italia è che le partite si svolgono sempre negli stessi stadi. Questa è sociologia, col pallone aggancia tanto ma a Gattuso non serve per qualificarsi ai Mondiali. L'Italia deve portare avanti il concetto di continuità e di ricerca del talento. La carenza di campioni italiani è oggettiva, l'esordio di Esposito e la convocazione di Leoni sono gocce nel mare, che è fatto per lo più da stranieri che dominano la serie A e di italiani che arrancano nelle categorie inferiori.

I giocatori bravi possono essere convocati anche dall'altra parte del mondo, purché facciano bene. Il principio è quello. E la partita vinta con l'Estonia fa ben sperare per una nazionale che abbia l'impronta del suo allenatore: combattivo e mai domo. L'Italia ieri non solo ha vinto con tanti gol ma ha giocato con fame e con voglia di dimostrare superiorità. Che sia, quindi, l'inizio di un percorso pregno di questi valori. Cultura del lavoro, spirito di sacrificio e soprattutto ambire alla vittoria.