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C'è un filo rosso che unisce da sempre, romanticamente, Napoli e Bologna. Due città appassionate, ricche di storia e di arte, amatissime per la cultura enogastronomica, il folklore e l'ospitalità, due realtà che vivono di calcio, dai blasonati ricordi dei fasti del passato e che stanno facendo del presente una solida realtà. Società serie, con i presidenti che ben conoscono il calcio italiano e le difficoltà di bilanci sempre in verde, cullando, sempre con umiltà grandi sogni: scudetti, coppe e trofei, che stanno già ampliando le proprie bacheche. Napoli e Bologna sono le finaliste di una Supercoppa italiana che rompe tutte le gerarchie, lasciandosi alle spalle il dominio milanese e dando spazio ai grandi sogni che, solo chi arriva dal basso con il duro lavoro, può davvero apprezzare.
"Bologna adesso voltati, mi fai commuovere, lo sai che esagero con le parole" canta Samuele Bersani in una splendida dedica alla città, cristallizzata nel ricordo dello scorso 14 maggio 2025, alzando al cielo il tanto sognato trofeo della Coppa Italia. Un cammino incredibile, concluso con la finalissima di Roma contro il Milan, nella più classica delle notti da sogno dove Davide sconfigge Golia con la forza del cuore e di una città intera. Se la festa dell'Olimpico è stata emozionante, la notte di Bologna ha scritto la storia, con i tifosi rossoblù che hanno atteso la squadra di ritorno all'alba in Emilia, festeggiando insieme fino all'alba.
Qualche giorno più tardi, il 23 maggio 2025 invece, il Napoli si è regalato il suo quarto scudetto della storia. Una cavalcata incredibile fianco fianco dell'Inter, decisa all'ultima giornata quando Meret e compagni sono stati autori della partita perfetta al Maradona contro il Cagliari. Le reti di McTominay su rovesciata e la progressione di Lukaku sono state senza appello, facendo esplodere per la seconda volta in tre anni un'intera città, spettatrice del miracolo Contiano. Da un decimo posto horror, al tetto d'Italia ancora una volta, con la consapevolezza che si può aprire un ciclo vincente, senza commettere gli errori del precedente post scudetto.
Non è un caso che sia la finale delle due vere vincitrici, con il Napoli che in una gara impeccabile ha eliminato giovedì scorso il Milan mentre il Bologna ha superato l'Inter ai calci di rigore. Le gerarchie di un format sì più avvincente ma meno meritocratico sono state così ristabilite, pur andando a scardinare le certezze degli ultimi decenni, che hanno visto spesso le milanesi insieme alla Juventus trionfare. Adesso azzurri e rossoblù si contendono l'ambito trofeo, portatrici di sogni, talento, lavoro e resilienza non solo in Italia ma in tutta Europa, pronte a far esultare ancora un'intera città che attende, nella notte d'Arabia, i propri beniamini trionfare.
"È la sera dei miracoli", canta invece Lucio Dalla, legato dai fili del destino sia alla sua Bologna che a Napoli, città che ha sempre amato e scelto per i suoi capolavori più emozionanti e iconici. Non servirà un miracolo per conquistare la Supercoppa bensì una gara perfetta: la squadra di Conte ha ancora la ferita aperta del Dall'Ara, con la sonora sconfitta in campionato per mano di Orsolini e compagni che hanno aperto una vera e propria crisi per i partenopei. Il Bologna, dal suo canto, deve reggere le pressioni e le gambe che possono tremare in una notte così speciale, con le aspettative dei tanti tifosi giunti a Riad che sono sì da sprone ma anche da pentola a pressione, pronta a scoppiare.
Vincerà chi avrà i nervi saldi, chi avrà ancora fame di vittorie e chi sbaglierà di meno. Vincerà chi ha la forza di sognare e di rimboccarsi le maniche per raggiungere un nuovo traguardo, mai pago del trofeo da poco alzato al cielo. Vincerà chi si aiuta, chi si diverte, chi si identifica con un obiettivo comune, con una tifoseria che vuole apporre alla storia i propri colori. Alla sera dei miracoli d'Arabia l'ardua sentenza, certi già da ora che chiunque alzi al cielo quella Coppa, l'avrà assolutamente meritata.
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